Agrigento – Il Gip convalida l’arresto della Capitana. Presto la sentenza

Macron e la Merkel, così come altri Capi di Stato o di Governo, non possono permettersi di interferire, aggiungerei pesantemente, per il caso, più unico che raro, della comandante della Sea Watch che, ha violato norme internazionali e nazionali, non ha obbedito alle nostre autorità marittime, è entrata nel porto di Lampedusa, senza alcuna autorizzazione, e per poco non ha schiacciato, con la sua nave, una motovedetta della Guardia di Finanza, “toccata” dalla Sea Watch. Una manovra, quella della comandante, che poteva costare la vita ai finanzieri a bordo della loro unità da guerra. No, in particolare la Merkel non può che tacere. Non c’è nulla che possa dire a giustificazione di una comandante che ha sfidato il governo di uno Stato sovrano. La capitana è stata sottoposta oggi, ad Agrigento, all’interrogatorio davanti al Gip che dovrà convalidare o meno gli arresti, eseguiti dalla Guardia di Finanza. Il magistrato ha ascoltato la Rackete che ha dichiarato:” Non volevo colpire la motovedetta della Guardia di Finanza, credevo che si spostasse, me la sono trovata davanti. Il Gip ha ascoltato la deposizione del capitano della Ong, che batte bandiera olandese ed è finanziata da una organizzazione tedesca, oggi tutta per i migranti forse pentiti di essere, figli o nipoti, degli assassini degli ebrei nei campi di sterminio. Ma il problema è tutto loro e delle loro coscienze: la macchia indelebile sui tedeschi rimarrà per l’eternità. Il Gip ha confermato i domiciliari ed ha disposto, che la comandate della nave pirata, resti ai domiciliari, piantonata, in un appar tamento di Agrigento e non più di Lampedusa. La decisione del magistrato si saprà, entro il tempo necessario per un caso marinaro, che ha dell’incredibile. Poteva raggiungere un porto in Tunisia, oppure dirigersi su Malta. No ha scelto l’Italia, per sfidare il governo, che ha dichiarato i porti chiusi. Diciamola tutta non è per i 40 migranti, non è nemmeno per i barchini che giungono a ripetizione,. Le Ong, seguono una loro attività, ben remunerata, di salvare non naufraghi ma migranti portati, forse su ordinazione, in un punto del Mediterraneo, per essere raccolti e portarli in Italia. Insomma come se ci fosse un conto aperto tra le Ong e l’Italia. Ma non è così. Il governo ha fatto di tutto per coinvolgere, l’Unione Europea, ad un problema che non può essere risolto da un solo Stato. Ha interessato, in assenza dell’UE anche l’ONU: si tratta di centinaia di miglia di persone,  presto milioni, che per il cambiamento climatico o per vessazioni dei loro governi, fuggono verso l’Europa, cioè l’unico Continente raggiungibile. Il problema umanitario c’è e non lo possono affrontare ne le Ong e ne l’Italia. Si tratta di migrazione biblica che deve interessare tutti i governi della Terra. Il deserto avanza, insieme alla corruzione dei governanti africani,  e le popolazioni sono disperate. E’ tempo che lo capiscano le Ong e l’ONU. L’Italia ha fatto la parte sua e nessuno può volere che uno Stato metta a repentaglio l’equilibro sociale  di un popolo accogliendo tutti senza l’impegno, non solo europeo ma mondiale, di affrontare una emigrazione di queste dimensioni. Il dialogo è necessario, forzare le leggi non porta da nessuna parte se non ad uno scontro sempre più duro e carico di incognite.

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