Bruxelles – Conte al Parlamento “obbedisco” e afferma:” Non si firma nulla”

Il Premier Conte, ha rispettato alla lettera, le decisioni assunte dal Parlamento, con la risoluzione approvata a larga maggioranza. Giunto a Bruxelles per il Consiglio Europeo ha subito dichiarato:” Siamo qui per non  firmare nulla. Perchè  il Parlamento ci ha dato un compito: puntiamo a migliorare, su aspetti non secondari, le clausole di azione collettiva, per le quali vorremmo  suddividere, le classi dei creditori e organizzare meglio i voti. Su questi aspetti ci lavoreremo. C’è piena sintonia tra governo e Parlamento – ha proseguito Conte –  e sul Mes vi preannuncio, come anticipato ai leader europei, che ci dobbiamo lavorare ancora. Prima di chiudere su questo vogliamo una visione complessiva  e il Parlamento  sarà, pienamente informato e coinvolto sulle nuove regole. Un lavoro importante che sarà utile per una visione complessiva. Inoltre vogliamo migliorare ancora il Mes, Meccanismo di stabilità, e abbiamo da lavorare anche su questo”. Il Premier ha aggiunto che si cercherà di farlo in un tempo ragionevole. La missione del Presidente del Consiglio a Bruxelles era già ampiamente conosciuta, dai vari capi di Stato e di governo, avvertiti per tempo delle decisioni prese dal Parlamento, quindi nessuna meraviglia nemmeno da parte della stampa, già informata. In una democrazia parlamentare, come la nostra, non sono possibili fughe in avanti. Il Premier e i ministri devono seguire, le decisioni del Parlamento, che è sovrano. Nessun esclude, cosa peraltro più che possibile, che ci siano  delle conversazioni sugli argomenti da approvare, così come sono possibili colloqui, informali, per comprendere fino a che punto siano possibili le modifiche da introdurre su un testo che, stando alle dichiarazioni, era già pronto per la firma. Lo stop giunto dall’Italia, da quello che si è appreso, non è stato accolto bene da molti altri rappresentanti di Stati che avrebbero preferito adottarlo, così come elaborato. Ma, nonostante le assicurazioni del Premier sul Mes che così com’era non comportava rischi per l’Italia, dichiarazione confermata anche dal ministro all’Economia Gualtieri, ha trovato lo stop del partito di governo e di maggioranza relativa 5S che ha ribadito il no. Una negazione che non è piaciuta, nè a Conte e nè a Zingaretti. Tra l’altro, anche l’opposizione era schierata sul no al Mes, così come formulato. Ormai l’accaduto fa parte di una storia di garanzie per una Nazione, che ha un debito molto alto e quindi la prudenza in questi casi non è mai troppa.

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