Bruxelles – L’UE:”No armi ad Ankara. Truppe siriane vicine al confine turco

Il Presidente della Turchia Erdogan, appare molto deciso nel proseguire, l’offesniva militare in Siria ed ha dichiarato:” Andremo fino in fondo. Siamo determinati. Finiremo quello che abbiamo iniziato con l’operazione ” Fronte di Pace”. La Turchia – ha proseguito il Presidente – ha intrapreso un passaggio vitale come avvenne, nel 1974 –  quando occupando metà dell’isola di Cipro evitammo un golpe filo – Atene. L’esercito turco, unitamente a combattenti arabi filo – Ankara, punta a conquistare la località strategica di Maney, controllata dai curdi, sita ad Ovest del fiume Eufrate. Così mentre i turchi avanzano, le truppe siriane si stanno dirigendo verso Kobane e le, avanguardie dell’esercito di Damasco, sono entrate a Tal Tamr a circa 20 chilometri dal confine turco e hanno raggiunto, anche le città di Ayn Issa tra Daqqa e il confine turco. Il dispiegamento dei due eserciti appare evidente. La strategia di Damasco e di riconquistare i territori siriani occupati dai turchi, mentre Ankara, punta a consolidare le posizioni già occupate e strappate alle milizie curdo – siriane. Sul fronte internazionale c’è stato l’intervento del Presidente Trump che ha detto chiaro e tondo:” Ma veramente c’è chi ha pensato di andare in guerra contro un membro della Nato, come la Turchia? E poi – ha aggiunto il Presidente – basta con guerre tribali senza fine. Ma il Capo della Casa Bianca è andato oltre:” I detenuti Isis fuggiti, dovevano essere portati in Europa e tenuti in carcere, per la loro pericolosità. Certo non arriveranno fino a noi perchè lo impediremo”. Il Consiglio Europeo, si è schierato contro l’operazione militare turca che rischia di destabilizzare, tutta la regione, ed ha deciso l’embargo delle armi verso la Turchia. In particolare il ministro per gli Esteri italiano, Di Maio, a margine del Consiglio, ha dichiarato:” Non serve che il decreto che impedisce, l’export di armi verso la Turchia, approdi in Parlamento. Basta un decreto ministeriale che firmerò molto presto, così come è stato fatto per il rimpatrio dei migranti, che non hanno dirito di restare in Italia e in Europa”. Ma c’è un rischio umanitario in Siria che non può essere sottovalutato i profughi sono circa 200 mila, fuggiti dalle zone occupate dai turchi, dopo violenti bombardamenti. Ma i bisognosi di assistenza sono addirittura un milione e 500 mila verso i quali le organizzazioni umanitarie devono agire, con la massima, sollecitudine per evitare il peggio. Intanto sulla Turchia stanno per piovere, pesanti sanzioni, nel tenativo di convincere il Presidente Erdogan a fermarsi,anche se è molto difficile che lo faccia costi quello che costi. Se il Presidente Turco accedesse alle pressanti richieste di fermarsi, il popolo non lo capirebbe e sarebbe l’inzio del suo declino politico.

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