Bruxelles – Nessuno mortifichi la democrazia nell’Ue

Gli Dei, in crescenti difficoltà, arrancano e impastano decisioni da, proporre – imporre, all’Unione europea. La Cancelliera Merkel, bocciata in Baviera ed Assia, insieme agli alleati di governo, ormai al lumicino sta tentando un rilancio, con il Presidente Macron, dato al 25% di gradimento, da mesi sotto scacco, dei sindacati e da tre giorni dai giubbotti gialli, cittadini e cittadine, che non hanno nulla a che fare con la politica ma che, stanno mettendo a dura prova la Francia. Prima con il blocco totale dei trasporti pubblici ed ora con l’occupazione di strade, autostrade e città, pronti alla ” presa della Bastiglia” ,contro un Presidente, che per fare cassa ha deciso di aumentare, ancora una volta, la benzina. Chi ha acceso una miccia che è dilagata nel Paese, cosa mai accaduta, una giovane sconosciuta che ha postato su Facebook il suo “no”, diventato un simbolo, per milioni di francesi. Sono in corso manifestazioni durissime che hanno prodotto un morto, 500 feriti ed un centinaio di arresti. La Cancelliera tedesca e il Presidente francese, in pieno declino, hanno immaginato di dare, un colpo di schiena,  con decisioni storiche da far approvare, a 5 mesi dalle elezioni politiche: Esercito europeo; Fondo comunitario a garanzia dell’euro; Ufficio europeo per l’immigrazione e im posizioni di tasse sul digitale, per far pagare i colossi del web. Tassazione che finirebbe per essere pagata gli europei, che utilizzano, computer e telefonini. In questo scenario c’è l’Italia, Paese fondatore dell’Unione europea, all’angolo di questo enorme ring, nel tentativo, quasi impossibile, di far approvare un Bilancio, ritenuto dalla Commissione, fuori da ogni regola stabilita dai Patti. Ma a parte ogni altra considerazione il governo di Roma, faccia come crede, con la legittimazione di un voto e con una coalizione di governo che, per procedere su questa strada, dovrà ottenere l’ok del Parlamento. E’ invece una forzatura, di popolari e so cialdemocratici tentare di cambiare l’Unione in vista di un voto che potrebbe modificare gli attuali equilibri politici. Tentare di uccidere nella culla, populisti e sovranisti con una sovranità europea, è una difesa estrema di chi è in declino. La storia insegna che gli orientamenti dei popoli, se decisi al cambiamento, derivano da errori di chi ha governato, nell’insoddisfazione generale. Le radici del cambiamento si nutrono nel no, ai partiti che hanno avuto il potere per decenni, in tantissimi Paesi Ue; nel no dei tedeschi alla Merkel, nel no dei francesi a Macron che non può dire semplicemente ” Ho sbagliato qualcosa”. La riforma dell’Ue potrà essere fatta, è regola democratica,  dal nuovo Parlamento da eleggere nella primavera del 2019. Ogni altra soluzione ha l’aspetto di un ” colpo di Stato”.

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