Cagliari – Crolla un altro ponte. Costruiti male o che? Cresce la paura

La preoccupazione degli italiani non può che aumentare, dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, alcuni viadotti sulle autostrade abruzzesi  A 24 e A 25, secondo l’ispettore ministeriale, vicini a cedere, oggi è sta ta la volta di un ponte, cancellato, dall’esondazione del Rio Santa lucia, sulla statale 195 che collega Cagliari  al Comune di Campoterra. In precedenza la polizia locale aveva chiuso il traffico sull’arteria, all’altezza del ponte Scafa, in qaunto la sede stradale aveva ceduto, alla forza della pioggia, abbondantemente caduta. L’intera zona è interessata, come gran parte della Sardegna, a piogge intense e vento forte tanto che la Pro tezione Civile è in allerta, più volte chiamata, per interventi o per prendere visione di pericoli imminenti. Il sindaco del Comune di Campoterra, per l’esondazione del Rio, a ordinato la chiusura delle scuole mentre l’Anas procede alla chiusura di altre tratte sula Sulcitana. Forti i ritardi all’aeroporto di Cagliari – Elmas per una pertubazione di forte intensità. Ma, questo ulteriore crollo, porta a più conclusioni: o i progetti ed i calcoli erano sbagliati, da Genova a Cagliari, o manca la necessaria e continua manutenzione, ordinaria e straordinaria, oppure, concessionari ed imprese, pagano tangenti e non provvedono agli obbighi contrattua l li per una corretta costruzione o per una douta mantenzione. Un dato di raffronto è certo: i ponti costruiti dai romani, più di duemila anni fa, sono ancora i piedi e fanno bella mostra di sè così come, i ponti delle fer rovie  dello Stato,  da oltre un secolo e mezzo non temono il passare del tempo. Oggi viaggiare in auto, per moltissimi cittadini, sui viadotti autostradali è come sfidare il destino. Non voglio sostenere che il pericolo di crolli esiste ovunque, perchè tutto costruito a risparmio per varie motivazioni. Mi limito a riferire quello che dicono tantissimi automobilisti: nessuno è più tranquillo nel viaggiare su gomma e, molti chiedono, che autorità nazionali, regionali, provinciali e Anas forniscano garanzie sulla percorribilità di tutte le tratte oppure, abbiano la compiacenza di dire la verità.

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