Genova – 11,36 tutti fermi e in lacrime per le 43 vittime

Alle 11,36 Genova si è fermata per ricordare i suoi 43 morti e il crollo del ponte Morandi. Serrande abbassate, parenti delle vittime riuniti vista ponte crollato, campane a morto e lettura delle vittime. Un rituale or mai troppo noto nel nostro Paese flagellato da terremoti, danni ingenti per  piogge abbondanti che cadono su un territorio devastato, ed ora anche dal crollo di u ponte autostradale. Si può ben dire la frase ” non ci facciamo mancare nulla”. Ed anche per la ricostruzione, decreti approvati per Genova ed altre città e paesi, dell’Italia centrale, distrutti da un sisma che ormai, come affermano all’Ingv, sono continui, non può man care la solita polemica. Il ministro Toninelli, ad u mese  dal crollo del ponte a  Genova, si è impegnato a bruciare i tempi. Ma il governatore ligure, Toti, sostiene con qualche ragione, che la Liguria ha tecnici e ammi nisrativi preparatissimi e che impensabile che Roma trovi un commissario alla ricostruzione esterno. Da posizioni molto diverse, che riguardano anche chi deve ricostruire il ponte, il decreto governativo rimane nel cassetto in attesa che il Premier Conte e il governatore Toti trovino una soluzione condivisa su tutto. E’ intervenuto anche Martina per il Pd per affermare: ” No a divisioni per risolvere i problemi noi ci stiamo”. Non è mancato nemmeno l’intervento del Capo dello Stato, Mattarella, che ha ricordato al governo ed opposizione che le ricostruzioni sono un dovere e che vanno rispettati tempi rapidi e garantire la massima tra sparenza. Mi domando: è possible riformare il nostro Paese di modo che non si perda tempo in discussioni inutili per aumentare l’efficienza? Dopo decenni e decenni persi inutilmente credo sia impresa complica tissima. Siamo gli “eredi” degli antichi romani che conquistarono, ma persero tutto, per discussioni volutamente interminabili.

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