Londra – Regno Unito dilemma e pericolo anche per l’UE

Il Regno Unito è diventato un  dilemma, non solo per i sudditi dell’ultranovantenne sovrana, ma anche per tutti gli Stati  che fanno parte dell’Unione Europea. E’ pur vero che la Premier May, ha pagato un prezzo elevatissimo, tentando di attuare Brexit, come da referendum ma è, altrettanto vero, che chi la sostituirà non avrà vita facile. Il partito  conservatore è più che frazionato e, la guerra tra gruppi, potrebbe portarlo alla disintegrazione. Non a caso ha iniziato con il tagliare la testa alla May, come sembrerebbe disposto a fare altrettanto con il successore: Capo dei Tory e Premier . Non è affatto un caso che, il leader laburista Corbyn, è più che convinto che, nessuno tra i pretendenti a prendere il posto della May, sarà in grado di far approvare Brexit o ottenere un diverso trattamento dall’Unione Europea, come ha già dichiarato il Presidente della Commissione Juncker. Il rischio quindi, non riguarda soltanto i cittadini del Regno Unito, ma anche i cittadini dell’UE, nell’ormai più che possibile uscita della Gran Bretagna, dall’Unione, ad ottobre, senza nessun accordo. Sarebbe il non auspicabile, new deal, per lo sconquasso che ne conseguirebbe, in economia e per i diritti, dei cittadini e lavoratori, che sono al di qua e al  di là della Manica. I politici eletti, i capi dei partiti ed i sindacati inglesi, non riescono a comprendere non solo il danno d’immagine che stanno fornendo al mondo intero:  classe  dirigente incapace di governare gli eventi. Ma, questi ampollosi signori, non si stanno nemmeno rendendo conto dei danni, che stanno già provocando, ai Paesi dell’UE. Così come non  era  mai accaduto che, chi sarà eletto europarlamentare inglese domani, avrà o potrebbe avere un mandato di soli 5 mesi, da giugno ad ottobre. Questo è quello che si sta verificando, nel Regno Unito, dove tra pochi giorni, giungerà il Presidente americano, Donald Trump, poco propenso ad  un’ Unione  Europea che non ha mai considerato nulla di più di niente. Trump, sin dalla sua elezione alla Casa Bianca, ha preferito di trattare, o cambiare accordi, Stato per Stato, senza mai passare da Bruxelles.

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