Madrid – Puigdemont e staff condannati al carcere per “sedizione”

La pesante “rivolta dei catalani” ha portato, alle logiche conclusioni, dopo una palese violazione della Costituzione spagnola che prevede, uno Stato unitario con governo centrale e realtà regionali, con limiti politico – amministrativi. In Catalogna invece era accaduto che, il governatore Carles Puigdemont, unitamente ad altri mebri del governo regionale, dopo l’indizione di un referendum, avevano indotto, i corregionali separatisti, alla convinzione che era stata conquistata l’autonomia totale da Madrid. Manifestazioni oceaniche, scioperi, scontri con la guardia civile nazionale volte a tentare di confermare la libertà conquistata. Il governo centrale ha tentato, in tutte le maniere di avvertire l’ex premier, la sua giunta e i catalani che, la libertà proclamata non era nulla di più che la consumazione di reati gravissimi: ribellione, 25 anni di carcere e sedizione dai 9 ai 13. Va detto che, l’ex premier tentò di coinvolgere, sia l’Unione Europea e sia l’Onu per avere ragione e tutte le risposte furono negative: palese violazione della Costituzione spagnola che prevede la Spagna, unita e solidale. Ed anche perchè era un problema interno, ad uno Stato sovrano, e nessuno poteva intervenire. Ma i leader separatisti catalani, non hanno sentito nemmeno i consigli amichevoili, di Capi di Stato e di Governo, che hanno cercato di convicerli che avevano superato i limiti posti dalla Carta spagnola. L’ex premier Puigdemont, fece ancora di più, uscì dalla Catalogna, per trasferirsi in Belgio, da dove ha continuato a battersi per ottenere una Catalogna libera dal potere di Madrid. Oggi la sentenza definitiva, dopo 56 udienze e due anni di processo, è stata emessa dalla  Corte Suprema spagnola: l’ex premier è stato condannato, per sedizione e appropriazione indebita, non per ribellione, e colpito da un mandato di cattura internazionale, una pena da scontare di 13 anni. Gli altri  9  componenti del suo staff, già in custodia preventiva in carcere, tutti condannati a 9 anni, per gli stessi reati commessi dall’ex premier, mentre 3 altri imputati, a piede libero, al pagamento di pesanti ammende. La sentenza, letta in diretta streaming dal Presidente della Corte, è stata definita da Puigdemont ” abberrante”, cioè come dire che l’ex governatore della Catalogna è ancora convinto che bastava un referendum indetto in Catalogna per ” demolire” uno Stato unitario e cambiare una Costituzione. La protesta della popolzione separatista è esplosa subito, contro il governo di Madrid, dove il Premier Sanchez, non ha commentato la sentenza ma  ha subito detto:” ora si può dialogare”. Rimane un problema per tutti gli Stati, non solo europei: dove potrà trasferirsi l’ex premier per evitare il carcere e qual è lo Stato disposto ad ospitarlo nonostante la condanna comminata? O Puigdemont si consegnerà alle autorità spagnole per scontare la pena in carcere? Interrogativo che può sciogliere solo il ” pasionario” di una Catalogna libera da Madrid. Un sogno cullato inutilmente anche dai baschi ed andalusi.

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