Milano – Condanne definitive degli Ermellini: a Fede e Minetti.

Solitamente, quando un collega è condannato, dalla Fnsi ai colleghi si cerca una difesa. Ma il caso di Emilio Fede, ex direttore de Tg4, 87 anni, secondo gli Ermellini, hanno ritenuto che il direttore si sia macchiato del reato di favoreggiamento della prostituzione e, confermata la sentenza del 7 maggio 2017, ha reso definitiva la condanna a 4 anni e 7 mesi di reclusione. Sentenza di condanna, anche per l’ex consigliere regionale lombarda, Nicole Mineti, a 2 anni e 10 mesi di reclusione. La Cassazione ha respinto, le tesi delle difese, ritenute inammissibili. A rigore di legge, Emilio Fede, dovrebbe essere arrestato e portato dietro le sbarre, ma i magistrati quasi certamente, soprattutto per l’età, daranno i 30 giorni di tempo ai legali, perchè chiedano i domiciliari, dove dovrà rimanere finchè la pena non si riduca a 4 anni. Solo dopo Fede potrà, chiedere ed ottenere, di essere affidato in prova, ai servizi sociali. Diverso il caso della Mineti, che con una pena molto più bassa, potrà ottenere da subito, l’affidamento in prova, ai servizi sociali. Una sentenza che rattrista perchè colpisce un giornalista che, per motivi personali e di amicizia, con Silvio Berlusconi, ha compiuto passaggi ritenuti dalla magistratura condannabili. Emilio Fede, alla lettura della sentenza, era chiaramente scosso e, con l’apertura delle mani , cenni di dissenso e riso amaro sulla bocca, voleva comunicare che riteneva la sentenza ingiusta, Ma, la legge è uguale per tutti, ed il terzo grado di giudizio va rispettata. Sicuramente, se fosse stato più cauto nei confronti, del suo amico ed editore Berlusconi, avrebbe terminato la sua lunga carriera in modo migliore, anche perchè nei lunghi di giornalismo, ha mantenuto sempre una linea politica, spesso intuendo, come sarebbero finite vicende politiche complesse. Spiace dirlo ma è indifendibile alla luce dei fatti riscontrati da investigatori, accusatori e magistrati.

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