Milano – Funerale di Borrelli toghe in lacrime

Il funerale dell’ex Procuratore capo di Milano, Francesco Saverio Borrelli, ha visto intorno al suo feretro tantissime toghe, tra queste quelle dei magistrati che hanno lavorato, pancia a terra, per l’ormai famoso periodo “mani pulite” che, nell’eliminare dalla scena molti personaggi politici, della prima Repubblica, ha finito per travolgere anche i partiti, che affondavano le loro radici negli ideali maturati tra gli anni tra fine ‘800 fino e primo ‘900. Partiti con una chiara collocazione culturale e, con una precisa strategia, di come governare un popolo. Dopo mani pulite c’è stato, e persiste il vuoto, non solo per la mancanza di uomini di elevata caratura, per pensare e realizzare programmi. Borrelli fece il suo lavoro con rara perseveranza, unitamente al pool che lo seguì con dedizione, ma il Procuratore di Milano, non per sua colpa, non si rese conto che la sua azione, a 360 gradi, colpì anche innocenti ed allontanò, dalla politica, quella parte di italiani che pur avendo capacità e onestà, preferì non correre rischi. Da quei giorni di fuoco ad oggi, si sono alternati al governo uomini, anche volenterosi, ma incapaci di dare stabilità al Paese, carta vincente per sviluppo ed occupazione. Giusta l’omelia:” Borrrelli sognava un’Italia lontana dal malaffare, pulita e bella. Ha speso la sua vita per il bene comune, per l’onestà, per la giustizia e per la lotta alla corruzione”. Giusto il commento, amaro ma sincero, di Gherardo Colombo:” Finite le nostre indagini, su tangentopoli, in Italia non è cambiato niente. La corruzione è rimasta semmai con caratteristiche diverse. Il famoso Resistere, Resistere, Resistere – ha aggiunto Colombo, è stato un invito agli italiani di rivolgersi veramente alla Costituzione, che ha 70 anni, ma che è ancora una promessa e non una realtà”. Lacrime dei togati per la morte di un uomo simbolo per il loro non facile lavoro, oggi sotto la lente di ingrandimento, dopo lo scandalo di toghe e politici, in riunioni carbonare, per scegliere i capi di alcune procure, tra le più importanti, per coprire le spalle a chi? Questa è l’inquietate domanda da porsi. Il pm Palamara, al funerale di Borrelli non c’era, insieme ad altre toghe sotto inchiesta. Il Procuratore di Milano, passato a miglior vita, ha scritto, solo poche pagine della storia italiana, il resto spetta ai posteri.

Lascia una risposta