Palermo – Lo Stato ai cittadini” Tutti alla riscossa per vincere la mafia”

Sentite e commoventi le manifestazioni che si sono svolte, la principale a Palermo, nel 27° anniversario della strage, orrenda, di Capaci dove è morto Falcone, la moglie e gli uomini della scorta. Tutti, erano consapevoli che la mafia aveva deciso di uccidere, Falcone e  Borsellino e di conseguenza la scorta. Nessuno ha fatto un passo indietro, anzi hanno incrementato, il loro diuturno lavoro, per tenare di colpire al cuore l’organizzazione criminale. A Palermo è giunta anche la nave della Libertà, da dove sono scesi 1.500 studenti, provenienti da tutta Italia per gridare: ” Giovanni, Paolo noi la mafia non la vogliamo”. Ottimi e sentiti i discorsi del Capo dello Stato, del Presidente del Consiglio, dei ministri della Giustizia e dell’Istruzione. Indicazioni importanti:” La morte dei servitori, dell’Italia pulita, ha innescato la riscossa e  l’affermazione  della civiltà. Lo Stato si inchina nel ricordo delle vittime e si stringe intorno alle famiglie”. Sulla stessa linea tutti gli altri discorsi. Quello che ha centrato le indicazioni come battere le mafie è stato l’intervento del procuratore nazionale Antimafia, Federico Calfiero de Raho:” Non è sufficiente la sola repressione. Occorre impedire che entrino nei flussi dove circola denaro. Le mafie hanno stanno cambiando pelle, non sparano più ma sono riuscite ad infiltrarsi negli affari”. Davanti ad un fenomeno criminale di questa portata, giuste le celebrazioni ed educare i giovani al  rifiuto delle mafie, ma non basta. Occorre la partecipazione unanime di tutti i cittadini “per prosciugare i bacini da dove le mafie attingono denaro per mantenere in piedi le loro organizzazioni criminali”. Una cultura anti – mafie da far diventare parte integrante della condotta morale di ogni cittadino, non solo italiano, considerato ed accertato, che le mafie sono  diventate transnazionali e, la loro presenza è data in molti Stati dell’Unione Europea. L’appello agli italiani che è partito da Palermo non può cadere nel vuoto e lo Stato, deve essere presente ovunque sul territorio nazionale, con tutte le sue strutture, per dare fiducia a chi deve dire no ai criminali.  E lo farà solo se si sentirà veramente protetto. Non è un discorso facile, come non lo fu la lotta vinta contro i terroristi, degli anni di piombo. Lo Stato vinse grazie all’unanimità delle forze politiche e sindacali oltre ai cittadini che rifiutarono la violenza.

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