Pescara – Tragedia Hotel Rigopiano. Asta da brivido: vini, Champagne e suppellettili

Ha fatto molto clamore la notizia, non soltanto in Abruzzo ma in tutta Italia, che sono stati messi all’asta vini, Champagne, mobili e suppellettili dell’hotel Rigopiano, travolto da una valanga che ha ucciso, per una serie di errori nel rispondere agli SOS, personale e clienti. Sos giustificati perchè tutti spaventati non soltanto dalle eccezionale nevicata ma anche, dal terremoto che aveva fatto tremare, Hotel e montagna coperta da metri di neve. Vini e Champagne della ” cantina della morte” com’è stata subito definita, con prodotti d’altissima qualità, base d’sta 700 euro, dopo varie offerte, l’intera partita molto nutrita, è stata aggiudicata a 1.800 euro. Un affarone, senza dubbio, ma di dubbio gusto per la provenienza. L’asta, invece per mobili e suppellettili, è andata deserta e quindi sarà ripetuta. Gli avvocati delle famiglie delle vittime hanno giudicato, di pessimo gusto, quello che sta accedendo. Dato il clamore che si sta sviluppando intorno a questa vicenda, insolita, ha dato la sua spiegazione l’avvocato Sergio Iannucci, curatore fallimentare della Del Rosso srl, che riportiamo interamente perchè offre dei chiarimenti utili:” Il discorso dei colleghi delle famiglie delle vittime non è in questi termini.  Si tratta di beni  della società che gestiva l’Hotel debitrice, nei confronti della procedura fallimentare, ceduti a pagamento  di parte del debito in quanto non aveva altre risorse disponibili. Come curatore fallimentare, di conseguenza, e dietro autorizzazione del giudice, sto procedendo alla vendita, ma va detto che non c’è, alcun collegamento, tra i beni all’asta e le vicende che riguardano la valanga che ha travolto l’Hotel, così come non c’entrano le vittime. Quelli in atto sono commenti speculativi – afferma l’avvocato Iannuncci – se si considera, tra l’altro, che l’area è sotto sequestro  e noi siamo entrati con l’autorizzazione del giudice. Ripeto il fallimento è estraneo alle vicende dell’Hotel  in quanto proprietà di terzi”. E’ indubbio che, la spiegazione dell’avvocato Iannuncci è esaustiva ma non può essere, facilmente accettata dai parenti delle vittime che continuano, unitamente ai loro legali, a partecipare alle udienze senza ottenere passi in avanti perchè i responsabili, siano chiamati a rispondere per le loro colpe, una volta accertate. Basti pensare, tanto per partire dall’inizio, che il piano valanghe della Regione, obbligato per legge, se fosse stato fatto e pubblicato, nessuno sarebbe morto e l’Hotel, pur costruito, non avrebbe avuto l’agibilità e sarebbe rimasto vuoto. Ed inoltre, solo la levata di scudi degli avvocati delle famiglie delle vittime,  due giorni fa,  hanno svegliato il governo che ha comunicato che si  costituirà parte civile nel processo. Il ” caso Hotel Rigopiano” meriterebbe maggiore attenzione per delle vittime che potevano essere evitate se fosse stata rispettata la legge e, successivamente, il piano di aiuti, per un soccorso che è mancato completamente. La speranza è che anche in questo processo, non volino gli stracci, ma la magistratura faccia lavorare al meglio gli investigatori.

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