Pescara – Zingari contro immigrati: miscela esplosiva

I Rom, o come vengono chiamati dalla gente comune, zingari, devono cominciare a comprendere che possono vivere in Italia ma rispettando le leggi. Non è più tollerabile che famiglie rom, in molti casi urbanizzate, in abitazioni popolari, abbiano un atteggiamento prepotente e si comportino da vandali e senza rispettare nessuno. In Abruzzo, le Procure di Pescara e Teramo, dopo anni di indagini, hanno condannato intere fami glie rom, donne comprese, per usura, spaccio di droga, violenza privata ed altro. Questi clan non hanno nessuno che lavori  eppure avevano accumulato, ricchezze consistenti, tutte sequestrate dalla magistratura vi sto che, la Guardia di Finanza, è riuscita a scoprire sia i traffici illeciti e sia proprietà ottenute, con i soliti metodi violenti ben conosciuti dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Due sere fa, in un quartiere alla periferia Ovest di Pescara, i rom si scontrati, in una pericolosa rissa,con i nigeriani. Prefettura e questura hanno fatto sapere che useranno il pugno duro, nei confronti degli uni e degli altri, ma queste intenzioni non appaiono sufficienti. E’ giunto il tempo che chi vuole risiedere nel nostro Paese rispetti le sue leggi, altrimenti si rischia che tra gli italiani, venga alimentato un pericoloso risentimento che finisca per far ingros sarea alcune frange politiche populiste. Non è affatto un caso che, alcuni esponenti di questi movimenti, siano già al lavoro per erigersi a paladini, delle tante famiglie di gente per bene, che abitano nei quartieri peri ferici. Dopo l’ultima rissa è iniziata la paura di chi vuole vivere tranquillamente ma non può farlo: radio ad altissimo volume, ubriachi in circolazione, rottura di citofoni e portoni d’ingresso e risse. Prefetto, Questo re, Sindaco e forze dell’ordine garantiscano, la sicurezza a chi vuole vivere in pace e punisca, anche con la confisca degli appartamenti, chi non agisce correttamente. Far rispettare la legge è un obbligo ed un dovere per le autorità, che solo così potranno salvarsi dall’unanime condanna di chi non li ritiene più punti di riferimento a cui rivolgersi. I ministro per gli Interni, Matteo Salvini, non può ignorare quello che sta accaden do: ha promesso sicurezza, ottenuto voti, ora agisca visto che ha in mano proprio il ministero preposto all’ordine pubblico.

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