Roma – 23 zingari in catene: Casamonica, Spada e Di Silvio

Nessuna tregua ai clan dei Casamonica, Spada e Di Silvio. Questa mattina all’alba 150 carabinieri, del comando provinciale di Roma, coadiuvati da unità cinofile e da personale del reggimento La zio hanno proceduto ad eseguire 23 misure cautelari, tra cui 7 donne, chieste dalla Procura di Roma e rese esecutive dal gip. Gli arrestati sono accusati,  a vario titolo, di estorsione,usura, intestazio ne fittizia di beni, spaccio di stupefacenti, reati aggravati dal metodo mafioso. Questo blitz è la prosecuzione, del blitz di questa estate, denominato ” Gramigna”che portò agli arresti 37 appartenenti ai clan. Operazioni giustissime ma che, agli occhi della pubblica opinione, giungono con un certo ritardo. Qui non si tratta di razzismo o discriminazione razziale. La realtà è che i rom, gli italiani li chiamano zingari, non hanno mai fatto nulla per integrarsi, nonostante i vari tentativi, di Comuni e Stato, non lavorano, non mandano i figli a scuola, vivono in clan per conto loro ma, è noto a chiunque che vivono, soprattutto di spaccio di stupefacenti e usura. Tutto questo è ampiamente provato, compresa la guida di auto senza patente e spesso minacciano anche le  forze dell’ordine. Se tutto questo è noto, cioè le autorità sapevano dei Casamonica, degli Spada e dei Di Silvio non si comprende il perchè si consente, a questa parte della popolazione, non tutti italiani, di commettere una serie di reati ben noti e non si interviene subito, prima che riescano ad accumulare, vere e proprie fortune, che li rende più forti sul territorio. Un’azione preventiva sarebbe molto più comprensibile, della restituzione di beni a cittadini vessati da clan di rom, che vivono di prepotenza mafiosa contro le leggi dello Stato. Intanto, ministro Salvini, chi non è italiano venga rimpatriato e chi è ” connazionale”, sia tenuto sotto stretto controllo ed educato sia all’istruzione e sia al lavoro, semmai aiutato da istruttori regionali o statali. Ma questa malavita, più che nota, va estirpata non tanto con i blitz ma con una più attenta prevenzione.

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