Roma – Acque agitate tra M5S – Lega “Alleati per forza”

Tensione alle stelle tra M5S e Lega. ” L’acqua è poca e la papera non nuota”, si diceva una volta, per dire i soldi sono pochi e le riforme promesse, da Di Maio e Salvini, richiedono impegni economici pesanti. La riu nione di maggioranza a Palazzo Chigi tende ad ottenere il migliore risultato popolare possibile. Il M5S vuole la pensione di cittadinanza a 780 euro mese, riforma contestata dall’esperto del Movimento Brambrilla con una frase choc:” Attenzione salta il sistema” Inoltre, prima delle europee e regionali, Di Maio punta al reddito di cittadinanza per 5 milioni di persone che non hanno alcun reddito. Dal canto suo La Lega punta al superamento della Legge Fornero, pace fiscale, flat tax , rimpatri molto veloci e diminuzione delle quote pro – emigrante. Tutto questo con il ministro dell’Economia Tria che non intende mettere in discussione i conti nazionali e pronto a dimissioni, come ha già detto al Premier Conte. Tra l’altro va aggiunto che il ministro Tria gode dell’appoggio del presidente BCE Draghi ed ha stabilito, buoni rapporti con il Commissario al Bilancio Ue, Moscovici. Acque agitate perchè dall’esito di queste riforme sostenute dallo stesso contratto di governo su proposta del M5S e Lega dipende il futuro non soltanto del governo ma anche il favore del l’elettorato dell’una o dell’altra componente. Inoltre l’incontro di Berlusconi e Salvini ad Arcore che sarà completato, in tempi brevi, anche con la partecipazione, della leader di FdI Meloni, mostra chiaramente che il Cd ha in Salvini una pedina vincente, oggi con l’esecutivo con il M5S e domani potrebbe diventarlo con il centrodestra. Ma c’è di più la riunione ad Arcore è servita anche a dare il via libera a liste unitarie alle re gionali in Abruzzo e Basilicata il che rende molto complicata, se non impossibile, la vittoria delle liste M5S. Altri i motivi di dissapori tra i due “alleati per forza”: legittima difesa, ddl anti corruzione, legittimazione di “droghe leggere”, riforma delle telecomunicazioni cioè, TV del cavaliere ed altre, con tetto pubblicitario più basso. Certo, Di Maio non poteva che rispondere ai fedelissimi del M5S, anti berlusconiani a pelle:” So no fatti loro”. Ma non è così. L’unica variabile non considerata, fino ad oggi possibile, è che nel “gioco” degli scacchi tra Di Maio – Salvini & C si inserisca, un Pd che si decida a tentare uno scacco matto, sia pure dal l’esterno della maggioranza, approvando leggi che “soffocherebbero” la baldanza di  Salvini. Possibile? No lo so ma, la politica se vede un vertice ad Arcore può anche partorire, una variabile su alcune leggi M5S – Pd. Chissà cosa ci riserva il futuro in una situazione così complessa.

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