Roma – Altolà della Commissione Ue sulla Manovra. Governo:” Avanti tutta”

Non c’è via d’uscita. O il governo cambia la Manovra economica o la Commissione aprirà una procedura d’infrazione. Il vice presidente della Commissione Dombrovskis lo ha già reso noto:” Se la legge di Bilancio dell’Italia non cambiasse, dovremo riconsiderare le nostre conclusioni sulla procedura per deficit eccessivo”. L’Italia, patti alla mano secondo Bruxelles, avrebbe dovuto assicurare un miglioramento dei conti ed invece c’è un peggioramento dello 0,8% che corrisponde ad un deficit strutturale di 1,4%. “Una deviazione – ha proseguito il vice presidente della Commissione – molto importante tanto da non potersi consentire senza un intervento, così come previsto dai patti sottoscritti, a cui tutti Stati e governi, devono sottostare”. Ed è significativo che il ministro italiano dell’Economia Tria, abbia lasciato i lavori dell’Ecofin prima che finissero e, l’uomo di governo, non ha rilasciato alcuna dichiarazione alla stampa. Lo stesso Tria ha aggiunto: ” Ci sono disaccordi ma il dialogo con l’Ue va avanti.  A Bruxelles andrà anche il Premier Conte, ed i suoi vice, ma la Commissione è arroccata nel  dire di no, al tentativo di finanziare la ripresa, con l’aumento del deficit, e da questa posizione non si muoverà: tutti gli altri bilanci esaminati si mantengono all’interno del perimetro stabilito. Una concessione solo all’Italia, ripete Moscovici, non sarebbe possibile in quanto ” mortificherebbe” le altre economie. Cosa accadrà ora? Il Premier Conte tenterà la via della mediazione ma è certo che ha pochissimi margini che riesca, sia pure in parte, ad ottenere ” sconti”. Dietro Conte, i due vice ministri e capi politici, continuano ad alimentare le aspettative degli italiani per quelle riforme promesse in campagna elettorale. Ad oggi  il governo M5S – Lega non tornerà indietro e procederà con la Manovra già studiata. L’infrazione dell’Unione europea è altrettanto scontata con il risultato, che comunque vadano le cose in seguito, l’Italia in Europa sarà meno credibile.

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