Roma – Arresti eccellenti. In manette il Presidente De Vito M5S

Brutta batosta per il M5S è stato arrestato Marcello De Vito, uno dei primi a correre alla corte di Beppe Grillo, giunto fino alla presidenza dell’assemblea capitolina. L’accusa è di corruzione. Le indagini non ammettono dubbi, supportate anche da intercettazioni telefoniche tra lui e il suo avvocato:”…Marcè sfruttiamo sta cosa ancora per due anni…”. I due avrebbero incassato, per favorire la costruzione del nuovo stadio della Roma ,a Tor di Valle, una tangente da Parnasi, secondo la magistratura, camuffata da consulenze, la somma di 110 mila euro di cui, gli investigatori ne hanno trovati 48 mila sul conto Mdl, riconducibile al suo avvocato Mezzacapo e a De Vito. Ci sono altri tre arresti di minore importanza ma, secondo voci che circolano, almeno altri e venti rischierebbero. La prima reazione è giunta da Di Maio, che ha subito vestito i panni del capo politico del Movimento:” In questa veste affermo che De Vito non è più nel M5S.  Ho già comunicato questa mia decisione ai probiviri”. In forte fibrillazione, anche la sindaca Raggi, che da tempo è nel mirino dell’opposizione che chiede le sue dimissioni, per come è ridotta la capitale. Intanto il clamore ha già valicato le Alpi e l’ Atlantico, i telegiornali americani parlano di un corruzione diffusa che non esclude nemmeno, uomini rappresentativi del M5S, partito  che ha raccolto una grande quantità di voti, garantendo agli italiani, un governo del cambiamento. Di Maio ha perso le staffe:” Non è possibile che nostri uomini, portati al massimo livello, prendano mazzette mentre gli iscritti al Movimento e gli elett,i ai vari incarchi amministrativi, facciano il “mazzo” per cambiare questo Paese con riforme serie e sostanziali”. Lungo alcune strade  sono comparse scritte significative:” De Vito era tra quelli che urlavano: onestà, onestà, onestà”. Per il Movimento, che sta attraversando un periodo molto difficile, e per lo stesso Di Maio che continua a perdere voti, questa batosta non ci voleva. Il panorama politico italiano è sempre più deludente e gli elettori sentono e leggono notizie sconcertanti. Ora è aperta la caccia a chi ha sostenuto De Vito, alla presidenza all’assemblea capitolina: la sua influenza doveva servire anche per la costruzione di un albergo su una vecchia stazione ferroviaria e un nuovo mercato generale al posto del vecchio. Chi era della partita ha ragione di tremare perchè gli investigatori sono andati, oltre che in Campidoglio, anche all’Acea, Italpol, e in studi ed abitazioni di persone che avevano a che fare con De Vito. Il nuovo presidente dell’assemblea capitolina è stato già individuato, Enrico Di Stefano, già vice dello stesso organismo.

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