Roma – Avanti con l’infrazione. Il dikat UE vuole miracoli da Conte e Tria

E’ bene dirlo subito, la strada imboccata dall’Unione Europea è già, ampiamente orientata, per aprire l’infrazione contro l’Italia. Al Premier Conte e al ministro all’Economia Tria si sta chiedendo di fare un miracolo, per fermare la macchina nella preparazione di una ” punizione” per deficit eccessivo. Il ministro Tria, che fa la spola tra Bruxelles e Roma, continua a sostenere che a fine luglio sarà in grado di fornire, documenti e non chiacchiere, alla Commissione. Ma la risposta di Moscovici è stata disarmante:” Avete sette giorni di tempo per presentare la nuova documentazione per tre anni: 2018, 2019 e 2020. Passi per il 2018, solo con una previsione anche il 2019, siamo soltanto a metà giugno e quindi mancano “documenti certi” come vogliono i commissari UE. Inoltre c’è addirittura la pretesa di una documentazione per 2020, cioè su un bilancio del futuro che riguarda, la diminuzione del debito: per ragioni umane è una condizione praticamente impossibile. I commissari UE proseguono, sulla stessa strada che ha messo in ginocchio la Grecia, nonostante aver riconosciuto che, l’accanimento della Troika su Atene, fu sbagliata ed eccessiva. Conte cerca alleati, oggi ha incontrato il premier maltese e dopo il Presidente francese Macron. Non si conoscono, quali risultati raggiunti così come, non sono noti nemmeno i contati avuti con altri Stati. C’è a Bruxelles chi vuole che si concretizzi l’infrazione contro l’Italia. Un brutto guaio in quanto se scatterà, non sarà possibile crescita, impossibili investimenti ed abbattimento della disoccupazione. Il modello che Bruxelles vuole imporre, è una camicia di forza inaccettabile per un Paese che vuole dialogare ed impegnarsi nel rispettare le regole on imposte a tutti i Paesi membri. Ma l’Italia è diventata improvvisamente un pericolo per la stabilità dell’Unione Europea. Il governo giallo – verde vuole abbassare le tasse nel momento in cui deve far pagare di più? Follia. Così come è folle non mettere la patrimoniale sugli immobili, in possesso dei privati, che valgono secondo dati Istat circa 6.000 miliardi. E il governo non vuole nemmeno tassare i conti correnti o le cassette di sicurezza. I tecnocrati di Bruxelles temono che l’Italia esca, senza l’infrazione seguendo un nuovo modello: investimenti, occupazione, maggiori affari per lo Stato e quindi diminuzione del debito.  Conte e Tria per evitare l’infrazione, dovrebbero creare una ricchezza che oggi non c’è, ma che si può accumulare con un progetto serio e concreto. Una soluzione che se passasse metterebbe in crisi chi oggi ha il potere in mano. Una partita che non  si gioca ad armi pari basti pensare che, davanti alla massa di richieste concrete che l’UE chiede all’Italia, si danno sette giorni, come quelli necessari per licenziare una colf! Suvvia i commissari non vadano giù con la mano pesantissima che potrebbe nascondere, un’interesse politico per mandare gli italiani, spaventatissimi alle urne. Forse c’è chi non conosce bene il carattere di un popolo che non ama sottomettersi a chi considera,  a giusta ragione nemico lo straniero che opera a Bruxelles.

Lascia una risposta