Roma – Conte disturbato dalla minoranza perde la calma e sale in cattedra

Molti avrebbero preferito che, Il Premier  Conte due, nel proporre un patto politico e sociale, avesse evitato di elencare gli impegni dettagliati per settori. Conte ha cercato di eludere i vincoli po litici che deve rispettare presi, con forze politiche che hanno modelli precisi, su come trasformare l’Italia. Non è affatto un  caso che siano rimasti fuori, dall’esecutivo, uomini al vertice del Pd, co me Zingaretti, Delrio e Orlando. Una scelta precisa: ci sono delle perplessità, non fugate del tutto, su quello che potrà fare la coalizione giallorossa, con i voti di Leu,  gruppo misto o espulsi, ma recuperati, in estremis, dal Movimento. Conte, avrebbe fatto molto meglio, a dire agli italiani, per salvaguardare se stesso: promettiamo che faremo tutto il possible in quei settori dove è necessario intervenire per favorire gli investimenti, aiutare le famiglie particolarmente se hanno figli, far pagare le tasse a tutti e abbassandole, per i redditi medio bassi. Cioè un discorso, meno impegnativo ben sapendo che, con il passare dei giorni, dovrà fare i conti con una maggioranza formata da partiti dove, le differenze sono molto maggiori, delle affinità. Invece il Premier che sa di avere i numeri per la  fiducia, alla Camera e al Senato, si è lanciato in una elencazione, indicando anche le priorità. Però, sin dall’inizio del suo discorso ai deputati, ha riconosciuto che ” al centro del governo c’è la legge di Bilancio”, ben sapendo che le risorse, per attuare quello che ha elencato, è un libro tutto da scrivere se… basterà l’inchiostro, altrimenti ci saranno rinvii a tempi migliori. Poteva utilizzare, visto che è un accademico, il condizionale, su un programma ricchissimo di riforme, di cui alcune molto costose. Le continue interruzioni, durante il discorso per la fiducia e la replica, Conte, doveva aspettarsele, senza prendere i cori, fatti da irresponsabili. Cori che la minoranza ha ripetuto :” Bibbiano, Bibbiano”, ” Traditore, traditore”ed altro ancora. Conte, inoltre poteva evitare di mettersi in cattedra, il suo ruolo in Parlamento non è da docente universitario, ma lo voglia o no, è da politico. Quando ha richiamato i deputati della minoranza, al giuramento di fedeltà alla Repubblica e agli interessi del Paese, e non a quelli politici o personali, Conte non si è elevato come, avrebbe fatto un arbitro, di astenersi da commenti di parte. C’è molta curiosità, soprattutto da parte della Chiesa, quando gli verrà chiesto e sappiamo che è così, di mettere all’ordine del giorno l’eutanasia, per evitare che la “dolce morte”, vada ottenuta fuori dai confini nazionali. Oppure quando gli verrà chiesto il carcere per i grandi evasori. Come si difenderà dai barconi già pronti, con la politica dei porti aperti, prima che l’Unione Europea riesca a decidere, ( sic ) come suddividere ed accogliere migranti veri, falsi o terroristi, camuffati da poveracci. Conte non può ignorare che la realtà, non solo di oggi ma anche di domani, vedrà il suo governo far fronte ad un problema demonizzato, che viene respinto dalla stragrande maggioranza degli italiani, sacerdoti compresi. Mercoledì il Premier, subito dopo la fiducia delle Camere, sarà a Bruxelles, per affrontare aspetti economici importanti e, crediamo, anche per la politica migratoria. Troverà due facce: per aiuti, non mostruosi, se la caverà per aver allontanato dal potere forze sovraniste e anti UE. Ma, per la politica migratoria, il discorso sarà molto più complesso tanto che, il Presidente della Commissione Juncker, estremamente pratico, non è riuscito a governare. Conte doveva ricordare, a se stesso, quello che disse la cancelliera Merkel, su questo enorme problema:” L’Unione Europea rischia molto se non affronterà l’immigrazione “. Il governo giallorosso avrà la fiducia ma sarà interessante verificare come riuscirà a cavarsela.

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