Roma – Crisi istituzionale. Conte rinuncia e Il Presidente chiama Cottarelli

E’ saltato il tentativo di dare al Paese, un governo politico, e non di tecnici. Il premier incaricato Conte, dopo colloqui con Di Maio e Salvini, vertici rispettivamente del M5S e Lega,  si è recato al Quirinale per rinunciare all’incarico. In precedenza erano saliti al Colle, i due leader della maggioranza politica per “colloqui” molto accesi, con il Capo dello Stato per superare il solo ostacolo rap presentato dalla nomina del  Prof. Savona a ministro delle Finanze. Nomina osteggiata da Mattarella, come da lui detto direttamente alla stampa, perchè non erano in discussione soltanto le rifor me dell’Unione e gli aggiustamenti economici ma Savona aveva più volte significato, in più circostanze, che bisognava mettere in discussione i trattati economici e, se l’Italia non fosse stata ascolta ta, poteva anche uscire dall’Unione. Il Presidente davanti a questa situazione, non avrebbe trovato spazi di manovra, pur dsponibile ad accettare altro nominativo per le Finanze, proposto come vuole la Costituzione, dalla maggioranza in Parlamento ma da lui accolto. Così Mattarella si è assunta la responsabilità, di superare questa fase e di passare alla nomina di un governo tecnico. Do mattina salirà al Colle il Prof. Cottarelli già chiamato, dalle forze politiche, per  tagli e risparmi da effettuare in tutti i ministeri e pubblica amministrazione. La reazione del leader della Lega è stata durissima. Salvini ha affermato che a quel ministero non poteva che andare ad un esperto, molto stimato anche all’estero, che avrebbe fatto solo gli interessi degli italiani. Di Maio è andato oltre ed ha  denunciato che, come sempre accaduto, i governi italiani e la loro possibilità di nascere, devono avere l’ok di potenze economiche straniere e che, sulle decisioni, è tornato a pesare lo spread e le agenzie di rating. Un attacco, alzo zero, al Presidente della Repubblica Mattarella colpevole di aver di fatto impedito la nascita del governo giallo verde per dare il via libera ad un esecutivo tecnico, cioè un Monti bis. Di Maio e Salvini avrebbero chiesto, al Capo dello Stato, elezioni immediate con il ” Rosatellum” cioè con l’attuale legge elettorale rischiando un altro stallo peggiore dell’attuale. E’ bene dirlo si è verificata una crisi istituzionale, senza precedenti, i cui sbocchi non sono prevedibili. Mattarella è sceso in campo aperto, spiegando di persona le motivazioni del no al ministro per le Finanze e Salvini e Di Maio hanno contestato questa decisione perchè ricalcherebbe lo schema di altri governi pronti a dire sempre sì a Bruxelles e ai circoli economici potentissimi in Euro pa.

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