Roma – Di Giambattista ” commissario politico” di Di Maio?

L’atteggiamento di Di Maio, dopo il rientro sulla scena politica di Di Giambattista, è cambiato. ” Dibba”, come lo chiamano gli stellati, sembra ormai l’angelo custode di Di Maio, segue dovunque il vice premier come se in realtà fosse un ” commissario straordinario ” del capo politico del M5S. Non è affatto un caso che Di Maio, abbia cercato di cambiare atteggiamento, con il suo collega di governo, Salvini, con dichiarazioni dure quasi ostili, come non era mai avvenuto in precedenza. Tra Salvini e Di Mao c’è stata, una collaborazione strettissima, per potare avanti un programma, che può essere discutibile quanto si vuole, ma che in parte è stato approvato ed è in fase di attuazione. Il modo di fare di Di Battista è stato esternato, pochi giorni fa sulla Tav:” Se Salvini insiste e vuole fare le grandi infrastrutture torni pure con Berlusconi”. Una frase non politica e nemmeno amichevole direi, all’unico alleato possibile:” Ma vada….”. Eppure Di Giambattista l’ha detta, ottenendo di ritorno la risposta di Salvini:” Di Giambattista stia attento a quello che dice. Noi stiamo lavorando per l’Italia e per rilanciare lapersua economa, vittima dei no del M5S, un no che continua e che non può durare”. Ma forse il ” commissario” per Di Maio è stato ritenuto utile perchè, anche ai vertici del Movimento sanno, quello che prevedono i sondaggi: Lega molto su e M5S perdente tra i 5 e 6 punti percentuali. Cosa possa fare Di Giambattista, per cambiare le cose in vista delle regionali, appare irrilevante. Possibile invece tentare di ottenere, un rilancio del Movimento, per le europee di primavera. Ma ” Dibba” deve essere attento: fare il rivoluzionario scrivendo è una cosa, importante ma relativa. Rompere con la Lega senza nessun’altra maggioranza e, anticipare il voto politico a settembre, ne è un’altra . Salvini  è un osso duro, il rozzo ministro dell’oltre Po è riuscito, dalle politiche di marzo 2018 al febbraio 2019 a portare il suo partito, secondo i sondaggi, a conquistare voti andando ben oltre il doppio del 17% del 4 marzo. Voti tra l’altro sottratti alla grande prateria del M5S.

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