Roma – Di Maio e Salvini, litigano. I veri problemi ignorati

Continua il tormentone Di Maio – Salvini che non produce nulla. Mentre i due leader si attaccano, in vista delle europee del 26 maggio, non mettono riparo l’indebitamento continuo dei Comuni  non solo sotto i 5.000 abitanti che, secondo la Banca d’Italia, hanno cumulato un rosso di ben 37 miliardi di euro. Queste realtà, che rappresentano la storia delle tantissime comunità, non funzio nano e non possono funzionare, in quanto ogni anno, ne vanno in dissesto economico, un numero crescente. L’enorme quantità di Comuni, con pochi abitanti, non sono in grado di adeguarsi alle nuove norme e di garantire un minimo di efficienza. Ma c’è di più, gli “amministratori” non sono nemmeno in  grado di riscuotere le tasse: è difficile diffidare, vecchi e d anziani, rimasti di pagare tasse, per case sfitte o per la pulizia dei paese. Una signora sugli 85 anni di Vicoli, provincia di Pescara, ci ha  detto.” Il sindaco ci deve ringraziare che siamo riamasti in Paese e, non abbiamo voluto raggiungere i figli, dove hanno trovato lavoro. Noi, con la nostra pensione, diamo lavoro non solo al fornaio, aiimentari  e bar, ma anche agli operai per quei lavori di manutenzione che richiedono, case costruite, più di un secolo fa. No, il Comune ci dovrebbe dire grazie perchè se andiamo via noi, il paese muore e lui non farà più il sindaco”. Un ragionamento che non è stato contestato: sarebbe stata un’impresa impossibile per come, l’ultraottantenne vedova da 20 anni, ha esternato la sua ragione. Il problema lo aveva affrontato, a suo tempo Fassino, quando era presidente  dell’Anci. Propose di unire i comuni, sotto i 5000 abitanti non obbligatoriamente, lasciando libertà, agli abitanti, di scegliere con chi unirsi, per ragioni storiche, culturali ma anche di antipatie o simpatie. Un errore riparabile, con un risparmio considerevole, se si considera che gli abitanti di queste, minuscole municipalità, rappresentano ben oltre il 70% dell’intera popolazione nazionale. Ed invece, di pensare a questi ed altri veri problemi, Di Maio e  Salvini continuano a beccarsi su tutto e il Premier Conte, si guarda bene dal riunire il Consiglio de ministri, prima  del 26 maggio per evitare che i suoi due vice finiscano per far saltare il governo, specialmente dopo l ballottaggio, dei Comuni in Sicilia, che ha premiato il M5S.

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