Roma – Di Maio e Salvini pressati dai colonnelli. Elezioni? Bo!

Di Maio e Salvini, i due vicepremier, da alcune settimane, sono costretti allo scontro pressati dai ” colonnelli” o ” da forze grige” che,  davanti ad una situazione governativa fuori controllo, puntano ad ottenere consistenti vantaggi elettorali. A dettare cosa deve approvare l’esecutivo è la Lega, non solo Salvini, ma la vera forza: i governatori e gli amministratori dell’oltre Po. Quindi senza rinvii sì alla Tav, all’Autonomia differenziata, non quella mediata dal Premier Conte, flat tax anche in deficit, riforma del reato abuso d’ufficio che ha bloccato amministratori e ministri spaventati di firmare. Di Maio, capo politico del M5S, non sarebbe contrario a trovare una mediazione con la Lega, per un sì decisivo su richieste non rinviabili, ma sente il fiato sul collo dei suoi ex protettori, a partire da Beppe Grillo che, come è sua abitudine ad un vicepremier in difficoltà, che ha chiesto il suo aiuto, ha risposto:” Non mi rompere più le palle”. In questa condizione operare per Di Maio diventa difficilissimo, ed ha quindi imboccato la strada di prendere tempo per organizzare, il Movimento, su basi locali come deciso con Casaleggio. Se riuscisse in questa strategia nessuno riuscirebbe più a metterlo da parte: in ogni Regione o Comune avrebbe solo suoi sostenitori. Salvini, dal canto suo, non può rinunciare ad ottenere il massimo: senza i governatori e gli amministratori locali del Nord rischierebbe di perdere gran parte della sua base elettorale. Chiaramente il rozzo ministro dell’oltre Po  è in difficoltà più per il fuoco amico che per quello dell’avver sario Di Maio, disponibile a trattare una tregua o stipulare un nuovo contratto, per evitare le elezioni anticipate. I sondaggi, non a pagamento e non solo italiani, nonostante la storia dei dollari russi che sarebbero stati messi a disposizione della Lega, danno  Salvini in ulteriore crescita in termini di voti. Mentre il M5S rimarrebbe bloccato ad un risultato sotto il 20%. Chiaramente, i sondaggi, non sono il Vangelo, ma riescono a preoccupare anche la nascente Commissione UE che attende il nome di un leghista da immettere nella Commissione, per bloccare le bordate alzo zero, tipiche di Salvini. In questa situazione politica impazzita, sfuggita di mano anche ai leader della coalizione di governo può accadere di tutto, anche di andare ad elezioni a breve scadenza senza un’opposizione efficace: FI si avvia al nulla e Toti sta cercando di  riorganizzare quello che rimane. Il Pd di Zingaretti non è comprensibile dall’ elettorato dal momento che discrimina i renziani, a torto ritenuti fuori gioco.

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