Roma – Di Maio:” Modello Rai e… Fazio”. Botta e risposta

Il ministro Di Maio, in audizione alla commissione vigilanza Rai, ha sollevato vari problemi che riguardano l’ente. Il discorso è iniziato dall’extragettito del canone in bolletta, è proseguito sulla necessità di avere risorse per investimenti in nuove tecnologie, senza puntare alla possibilità di abbassare il canone, nel corso degli anni. Per dirla tutta il vice Premier ha messo il dito sulla piaga: il personale non può assorbire gran parte delle risorse, unitamente all’ingegneria della case produttrici, di programmi. Il governo del cambiamento – ha proseguito il ministro – vede nella Rai un’articolazione fondamentale ed ha voluto specificare che non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro, per far fronte alla modernizzazione di un servizio pubblico di qualità. Per raggiungere questo risultato occorre anche guardare a modelli stranieri virtuosi. Un attacco alla Rai, in pieno stile M5S, che ha sempre ritenuto che, per la radio e televisione si doveva studiare ed adottare un altro modello per superare l’attuale. In un discorso, di spending review da attuare in Rai, è saltato fuori il “caso Fazio” per il compenso che rimarrà, ha precisato dal ministro, come stabilito dalle precedente governance, fino a marzo del prossimo anno. Di Maio si è augurato che presto si possa affrontare in termini, molto diversi, il problema retribuzioni. Immediata la risposta, di Fabio Fazio, che si è detto pronto ad un confronto sui compensi ma, contemporaneamente ai costi ed ai ricavi ed ad ogni aspetto del suo lavoro nel prodotto e nei contenuti. Botta e risposta tra Di Maio e Fazio, poco disponibile a passare per un giornalista che guadagna più, di quanto incassa la Rai, per le sue prestazioni professionali. Ma il discorso è molto più ampio e, il ministro lo ha detto con chiarezza: ” Il caso Fazio riguarda il problema delle retribuzioni e compensi di tutti dipendenti, collaboratori e case produttrici di programmi.

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