Ugo Grassi ha lasciato il M5S per passare alla Lega. il senatore ha inviato una lettera, allo staff della Lega, per affermare la giustezza della sua decisione:” Il mio dissenso non deriva da un cambiamento di opinioni ma dalla convinzione che il Movimento viene guidato, con la certezza di essere depositari del vero e, di poter assumere decisioni, in totale solitudine. Gli effetti raggiunti sono gravi come chiunque può vedere. La Lega mi offre la possibilità di raggiungere gli obiettivi ed una seconda opportunità”. La risposta dello staff delle Lega è di Matteo Salvini condita da elevata soddisfazione:” Diamo il benvenuto al senatore Grassi e, porte aperte a chi con coerenza, competenza e serietà ha idee chiare e positive e non è succube del Pd. Su riforma ed efficienza della giustizia e rilancio delle università, con il senatore Grassi, faremo un ottimo lavoro”. Dura la reazione del ministro Di Maio:” Sapete qual è l’incredibile ? Che queste persone si fanno comprare da Salvini , nelle stesse ore in cui il leader della Lega, viene indagato sull’uso improprio dei voli di Stato, quando era ministro. Complimenti per i tempismo. Queste persone il M5S non le rimpiangerà , nessuno si mangerà i gomiti. Il valore di un essere si misura anche da questo e dal prezzo che dà alla propria dignità”. In realtà, il M5S è in grosse difficoltà: pronti a fare le valige ci sono altri parlamentari. Le motivazioni che si sentono sono molto diverse tra loro, il malessere esiste ed è palpabile, a Roma come in periferia. E’ difficile poter fare un’analisi profonda ma è indubbio che, il M5S sta pagando il prezzo di un solo uomo al comando; per aver promesso troppo agli elettori per le politiche del 2018; per aver dato vita, nell’arco di un tempo brevissimo, ad una coalizione con la destra di Salvini e, successivamente, con identico Premier, ad una coalizione con il Pd e la sinistra, sinistra. Cambiamenti repentini che non sembrano compatibili, con un elettorato, non stabilizzato sul M5S. Ed infatti, alle politiche è seguito il crollo delle europee di circa il 50%, per poi toccare il fondo alle regionali in Umbria. Un Movimento che si è presentato agli elettori, per cambiare radicalmente il Paese, e che non raggiunge la maggioranza assoluta ma uno squillante 33% . Nell’immaginario collettivo, il M5S avrebbe potuto o dovuto fare di più per dimostrare il cambiamento. Ed invece perde pezzi: un motivo di questi abbandoni non possono essere liquidato come al tempo della DC con un semplice ” mercato delle vacche”. Forse, ma questo lo devono verificare: Di Maio, Grillo, Casaleggio, Di Battista e Fico il malessere è più profondo. Delusione, mancanza di incisività nell’azione politica, condizionamenti delle forze di governo? Un fatto è certo: Il M5S o prendeva l maggioranza assoluta oppure ha scelto di ” condannarsi” a governare con i partiti più volte offesi ( corrotti) e presi in giro ( incapaci) dai fondatori del Movimento. tutto questo ha un costo in termini di consensi.