Roma – Di Maio,distribuisce legnate ai “partiti indegni”, come Mussolini anni ’20

Il sempre sorridente Di Maio, non ha perso lo ” stampo”, nemmeno davanti alla Stampa Estera.  Il leader del M5S ha detto cose interessanti per capire, come vorrebbe governare, il Paese.  Durante l’incontro con i giornalisti delle varie testate ha lanciato la sfida:” No ad un governo istituzionale; no ad un governo con tutti; non temiamo nuove elezioni perchè le politiche sono state uno schiaffo al vecchio modo di fare politica e cresceremo ancora; il nostro governo è quello che abbiamo presentato prima delle elezioni; ci hanno votato in quanto siamo l’unica possibilità per uscire dal baratro dei partiti; l’elezione dei presidenti delle Came re non ha nulla a che vedere con il nuovo governo; Padoan a Bruxelles si è comportato male, una vera provocazione, ha cercato di “avvelenare i pozzi dell’economia” in quanto il suo partito andrà all’opposizione e infine ha anche aggiunto che la visione di Macron e Merkel non è la sola in quanto, molte nazioni europee, vogliono riformare l’Ue e che lui non ha preclusioni. Di Maio, ovviamente, non ha mancato di rimarcare che il M5S non è estremista ed il programma del Movimento ne è la prova. Non poteva mancare, come ogni leader, di rammentare alle altre forze politiche che: debito pubblico, disoccupazione e nuova tassazione alle imprese non possono attendere. Non c’è male: Di Maio, nella veste di Masaniello, ha distribuito legnate a tutti ed è arrivato a ritenere che  solo il suo Movimento può salvare l’Italia ” dal baratro dei partiti ” (co pia incolla del discorso di Benito Mussolini anno 1921 ). Sarebbe stato molto più pr dente se avesse detto che ” gli attuali partiti dovrebbero riformarsi per avere la fiducia degli elettori”. Lo studente fuori corso detta le condizioni e si ritiene, erroneamente, non solo investito della carica di premier ma rifiuta l’ipotesi di un governo istituzionale che, peraltro, il Presidente non ha nemmeno adombrato, anzi l’appello ai partiti o mo vimenti è di fare un governo che dia stabilità al Paese. Di Maio, il teleguidato, da fili peraltro visibili, espone concetti di alta politica non solo nazionale, esprime giudizi taglienti sui partiti e giudica addirittura Pado an, un ministro che oltre ad essere un economista a livello internazionale, ha cercato di raddrizzare i conti italiani, per quanto era possibile, con un deficit altissimo. Infine un’altra considerazione, il capo politico del M5S ha detto che non ha nulla a che vedere con gli estremisti: perbacco la Lega cos’è un partito moderato con quello che vuole fare Salvini? Dio salvi l’Italia da questa bagarre e perdoni quanti non san nno quel lo che fanno.

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