Roma – Difficile trattativa con l’UE. Prima stop infrazione e poi cambiamenti

E’ giusto che l’Italia, alle prese con la minaccia di un’infrazione che danneggerebbe il Paese, studi tutte le possibili mosse, per evitarla. Ma questo risultato è possibile, trattati alla mano, non con pa role ma con misure concrete. Si può comprendere che, il vicepremier Salvini, pensi sia giusto, non andare più a Bruxelles, con il cappello in mano e che l’UE abbia meno tecnocrati e più eletti che devono fare gli interessi delle popolazioni che rappresentano. E’ giusto che, l’altro vice premier, Di Maio, sia dello stesso parere espresso dal rozzo ministro dell’oltre Po. Così come la lettera preparata dal Premier Conte, ” anema e ‘core”( anche se condivisibile per ragioni culturali) non appare sufficiente a convincere, il Consiglio Europeo, a concedere all’Italia, senza una concreta contropartita, ulteriore fiducia, bloccando l’infrazione. Gli italiani devono augurarsi che, il governo Conte, assuma quei provvedimenti, utili a dimostrare che l’Italia le riforme, pur necessarie, non le farà aumentando il debito, ma utilizzando le risorse nazionali e della Comunità Europea, senza affondare, il giusto anelito di un popolo, che vuole risorse per lavorare, dare occupazione, abbassare le tasse per ottenere che le paghino tutti e combattere, con il carcere, l’elevata evasione fiscale. Solo operando così l’Italia potrà impegnarsi ad abbattere il debito, cosa impensabile, se giungesse un commissario che dispenserebbe, solo miseria, utilizzando il denaro destinato a produrre ricchezza per far diminuire un debito importante, ma non impossibile per un’Italia che ha dimostrato, al mondo intero, come si può lavorare bene e meglio di tanti altri che vivono in altri Paesi. Ma questo obiettivo si può raggiungere, con una trattativa convincente e documentata, cioè con una elaborazione di un processo economico virtuoso. Solo dopo aver superato questa fase delicatissima, che segnerà la sorte degli italiani per svariati anni, sarà possibile chiedere ed ottenere che l’UE cambi il suo modo di agire, di bacchettare e di negare a se stessa, errori storici commessi dalla sua fondazione ad oggi. Non sarà impresa facile ma possibile solo se il governo italiano sarà capace di cambiare, un periodo negativo in virtuoso: Si torna ripetere non a parole ma con i fatti.

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