Roma – I partiti giocano al buio per presidenze e governo.

Proclami e promesse di riforme non bastano più. A quattro giorni dalla convocazione delle Camere occorre maggiore concretezza. Certamente la legge elettorale non ha dato la possibilità a nessu na forza politica o coalizione di raggiungere la maggioranza assoluta ed i vincitori, M5S e Lega, hanno difficoltà a procedere per fare maggioranza. Salvini è strettamente legato al centrodestra che gli ha consentito un risultato, bel oltre le aspettative, degli stessi leghisti. Oggi il leader della Lega ha ripetuto, per l’ennesima volta: stop agli sbarchi e furbetti del cartellino, tasse giù per tutti e ri lancio dell’economia e dell’occupazione. Parole, niente di più, nonostante non siamo più in campagna elettorale. Di Maio, capo del Movimento, ha riunito gli eletti per cambiare discorso: stop ai ” vaffa”, prepararsi a governare, i 5S non sono più all’opposizione, responsabilità e facilitare il compito per quadrare la situazione, nominare i presidenti di Camera e Senato e poi varare il governo. Anche queste sono parole. Perchè si concretizzino, le idee di Di Maio, occorre una maggioranza che non c’è nemmeno all’orizzonte. Berlusconi freme e vuole giocare la sua partita con F.I. che non può sparire a tutto vantaggio, di Lega e Pd. Ad Arcore si sta lavorando, come a Roma, per raggiungere un traguardo mancato, per poco più del 3%, dalla maggioranza assoluta. Respinte con forza  ogni ritorno alle urne. Il cavaliere teme che Salvini dia un colpo di coda ma, si dichiara tranquillo come se avesse in tasca una briscola, da giocare al momento più giusto. Il Pd non è più, in buona parte, del parere di ritirarsi sull’Aventino. C’è chi fa i conti dei parlamentari disposti a tagliare la strada ad un governo M5S – Lega, soluzione più temuta: populista, anti Ue, e capace di varare una nuova legge elettorale per imporre agli italiani un altro voto. Martina continua ad affermare che i voti ricevuti sono per andare all’opposizione ma non è dello stesso parere un numero imprecisato, ma nutrito, di parlamentari e di membri della direzione nazionale. C’è voglia, non tanto di governare ma di evitare un governo incontrollabile anche stando all’opposizione. Si tratta sempre di pa role prive di concrete strategie applicabili in Parlamento. Berlusconi si è sentito con Renzi? Possibile anzi più che certo. Il presidente di Forza Italia e l’ex segretario Pd studiano lo scacchiere e  cer cano la strada per entrare, a gamba tesa, al momento di votare i due presidenti di Camera e Senato e durante la fiducia al governo. Per dirla in breve, non è una nostra impressione, Forza Italia e i renziani non sarebbero affatto fuori gioco.

Lascia una risposta