Roma – I partiti si studiano per un governo. No a nuove elezioni

Sempre più vicina la posizione del M5S a quella della Lega. I due leader Di Maio e Salvini sono per il rinvio di ogni decisione a dopo le regionali nonostante il Capo dello Stato abbia significato l’ur genza di dare all’Italia un governo con una maggioranza efficiente. Di Maio, dopo il “no” di Martina, segretario reggente del Pd, ha davanti due soluzioni o chiudere con la Lega e uomini di area di Forza Italia o andare ad elezioni con la stessa legge che non darebbe la maggioranza a nessuno. Salvini, non ha una posizione facile, ha Berlusconi che non ha alcuna voglia di fare un passo di lato, viene consigliato di guardare al Pd, come possibile soluzione allo stallo, e si smarca continuamente dal leader della Lega che agisce in perfetta intesa con la  famiglia del premier e con Gonfalonieri favorevoli a un governo M5S – Lega con dentro all’esecutivo personalità vicine a Forza Italia. La situazione va capita. Salvini non può fare uno strappo con il cavaliere con il quale amministra regio ni all’avanguardia unitamente a Comuni altrettanto importanti. Una rottura del Cd, tra l’altro, farebbe diventare Salvini un “gregario” del M5S al 32% contro il 17 della Lega. A questo punto, appa re sempre più possibile un’iniziativa del Capo dello Stato, che potrebbe dare un incarico da esploratore, ad una personalità che si offra per farsi “bruciare” in Parlamento. Una soluzione che, va det to, metterebbe fuori Gentiloni che decadrebbe dalla sua  carica, una volta nominato un soggetto che dovrebbe sondare le varie posizioni, avere maggiore possibilità di manovra, di quanto ne abbia il Capo dello Stato. La convinzione tra i parlamentari è che il governo si farà per un motivo semplice. Gli eletti sono contrari a nuove elezioni in tutte le componenti politiche. L’opera dei ” pontie ri” non è nota anche se si sa che Gianni Letta, personalità di spicco, lavora per una soluzione politica Cd – Pd, cioè quella che vorrebbe Berlusconi dopo i colpi sparati, a brucia pelo, dal M5S nei suoi confronti. Fassino lavora molto per impegnare direttamente il Pd, per la soluzione della crisi, nella convinzione che elezioni anticipate sarebbero un disastro per il Pd, ” svuotato” anche nelle sedi regionali, provinciali e locali dopo i “risultati – batosta”. Il Pd ha bisogno di molto tempo per riorganizzarsi e non ci pensa proprio ad elezioni anticipate. Così come Berlusconi ha necessità di ampio arco di tempo per rilanciare gli azzurri.

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