Roma – I tanti guai del M5S non fermano Salvini

C’è chi ribella nel M5S. Fino ad oggi sono soltanto una decina ma, il numero, è destinato a crescere. La parlamentare Gloria Vizzini è in testa a questa pattuglia che ha criticato, apertamente, il metodo imposto all’interno del Movimento dal metodo Rousseau. Un  controllo capillare di come vengono impiegati gli stipendi dei senatori, deputati ma anche di altra carica elettiva che comporti  emolumenti. La Vizzini sostiene, non ha torto che viene violata la privacy , per rendicontazioni che prevedono fatture e cedolini, con dati sensibili ” lesivi della dignità personale”. Cioè, per dirla in breve, la parlamentare Vizzini afferma:” Sono disposta a pagare mensilmente, quello che mi sono impegnata a corrispondere, ma senza fornire questa massa di giustificazioni mortificanti, non solo per me, ma anche per chi pretende questo sistema. Molti ignorano che gli eletti nel M5S, per il funzionamento del partito e per gli studi necessari, versano ogni mese 300 euro, dai loro emolumenti all’organizzazione Casaleggio. Il problema non è questo, anche se può essere discutibile. All’atto della candidatura e messa in lista, tutti hanno sottoscritto un contratto che riguarda sia il versamento della quota mensile e sia una penale, pari a 150 mila euro, in caso di cambio di casacca. Si tratta di condizioni che vanno rispettate, ritenute valide, anche dalla magistratura ordinaria. Ma nel M5S non è solo questo è il motivo di attriti crescenti: l’avanzata della Lega è mal sopportata dai grillini preoccupati di un successo, in termini elettorali, che non accenna a flessione, anzi è vero l’esatto contrario. Salvini punta al pieno, con altre regionali e comunali, nonchè con le europee. Il problema è che Di Maio, Capo politico del Movimento, ha chiesto di cambiare le norme interne. Gli stellati non sono più un piccolo partito ma ormai sono presenti, ma non radicati, su tutto il territorio nazionale. E lui da solo eon riesce più a seguire il partito ovunque, oltre agli incarichi governativi. A questo si deve aggiungere il problema Di Battista, diventato l’angelo custode di Di Maio, che combina più guai, nello stesso giorno, con affermazioni che fanno tremare le mura di Palazzo Chigi. Una situazione politica che dovrebbe essere controllata molto diversamente se è vero che Di Maio vuole rimanere al potere per 5 anni e portare a termine tutte le riforme. Il ministro Salvini, guarda e corre:il vento spira dalla sua parte e non ha tempo da perdere per le lamentazioni del Movimento.

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