Roma – Il Bel Paese va in pezzi. I politici guardano altrove

E’ emergenza, diciamolo, così chi deve intendere, intenda. L’Italia di cartone, con un territorio martirizzato da costruzioni ovunque come l’abbandono, sta andando in pezzi. Strade e auto inghiottite da vere voragi ni, masse ingenti di territorio in movimento, frane ovunque e macigni enormi vengono giù dalle montagne. Corsi d’acqua che escono dagli alvei naturali ostruiti, da anni ed anni, di incuria. Il Bel Paese rischia mol tissimo per una mancata politica che doveva salvaguardare un patrimonio irripetibile. Non è pensabile che, in media nazionale, il 40% dell’acqua potabile si disperda nel sottosuolo, per adduttrici e acquedotti secon dari, con tub zioni obsolete e ridotte ad un colabrodo. Non è da paese civile non effettuare, il normale intervento sui tanti corsi d’acqua, che scorrono su letti ormai inesistenti. Così come i costoni di roccia vanno stu diati, monitorati e se pericolanti, ingabbiati, perchè nulla finisca su strade o paesi sottostanti. Le città, come tanti paesi, sono cresciuti a macchia d’olio dove mancano i servizi primari e, di conseguenza, inquinano il territorio. Nel terzo millennio non si riesce a controllare i movimenti dei materiali che vanno portati, in discariche controllate a secondo della loro classificazione. C’è ancora chi se disfà degli ” scarti”affidandosi a ditte non specializzate ed a prezzi irrisori e di conseguenza  troviamo, ogni genere di ” pattume” lungo gli argini dei fiumi, sui bordi di strade periferiche oppure sotto false ” colline” che nascono per nascondere, spesso, scarti pericolosissimi. Nessuno si meravigli, sempre per mancanza di una politica adeguata, se edifici crollano o vengono lesionati per una rete fognaria improvvisata,  mai potenziata o ripulita come si do vrebbe, Per non parlarei degli scarichi di industrie, grandi o piccole, che finiscono senza nessuna depurazione, in fiumi e torrenti, quindi in mare, o ad inquinare sottocorrenti o falde freatiche. Il fiume Pescara è un esempio terrificante: dopo 9 anni “l’alta magistratura” ha rinviato ancora la sentenza che doveva individuare, definitivamente, le responsabilità dei tanti veleni sotterrati, vicino al corso d’acqua,  in cambio di fin troppo facili arricchimenti. Ci sarà mai un governo che non pensi alle grandi infrastrutture, pur necessarie, ma dopo aver messo al sicuro il territorio non solo urbano? Forse si chiede troppo: addirittura di cambia re la mentalità di troppi italiani.

Lascia una risposta