Roma – Il dado è tratto. La Manovra resta e l’Ue tenterà di punirla

Non ci sono più dubbi. Il governo ha deciso di andare avanti con la sua Manovra e, i rilievi della Commissione europea, del Fmi, Bankitalia, Inps e spread, intorno a quota 300, non lo faranno tornare indietro. Cdm sulla Manovra ma solo per limare la lettera da inviare a Bruxelles, con le stesse cifre, già trasmesse e respinte, dall’Ue. Si è capito subito che la musica non sarebbe cambiata, nel momento stesso in cui, il ministro per l’Economia, il cauto Tria, ha dichiarato:” Se attuassimo la Manovra con le indicazioni dell’Ue condanneremmo il Paese ad una nuova recessione”. E se Tria, precedentemente stimato interlocutore di Moscovici, arriva a queste conclusioni il dado è tratto. Il Consiglio dei ministri non farà che confermare: l’Italia procederà e la Commissione apra la procedura d’infrazione, soluzione considerata discutibile e meno dolorosa, ad un karakiri attuato dallo stesso governo. L’Italia scommette su riforme pesanti: reddito di cittadinanza, pensionamenti anticipati o comunque superamento della Fornero, assunzioni massicce di forze dell’ordine per garantire maggiore sicurezza, forte diminuzioni del denaro disponibile per l’immigrazione, blocco dei porti e realizzazione di importanti investimenti per scuole, autostrade, porti, aeroporti e diminuzioni delle tasse. La scommessa è che, una siffatta politica espansiva, possa invertire l’attuale tendenza anche se gli indicatori, posti in evidenza da, Ue, Fmi, Bce e opposizione, non collimano affatto con le previsioni del governo. Le posizioni, dell’Ue e dell’esecutivo Conte, sono già decise e la frattura tra, Commissione – parlamento europeo e maggioranza giallo – verde, va considerata già avvenuta. Il colloquio continuerà – ha precisato il ministro Tria – ma sarà, al 99% un esercizio accademico. Da una parte c’è un esecutivo eletto, per riforme sostanziali ed abbattere le macro differenze tra italiani e italiani, dall’altra parte l’Ue che chiede, semplicemente che i Patti sottoscritti, siano rispettati. Non c’è che da seguire quello che accadrà con rara attenzione: se la sommessa la perderà il governo Conte, che chiama gli italiani a pagare le tasse, eliminare le furberie e lavorare di più, sarà un disastro. Se perderà L’Ue, non in via politica con le elezioni di maggio 2019, ma sul piano economico, l’Italia avrà inaugurato un percorso virtuoso… sconosciuto a tutti gli economisti.

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