Roma – Governo e realtà. Manovra sì ma con veri tagli

Incontri informali, riservati e separati, tra il Premier Conte  con i suoi vice, Di Maio e Salvini, e ministro dell’Economia Tria. Colloqui avvenuti, come ammessi da Salvini, ma negati dal portavoce del Premier, Rocco Casalino, che alle domande dei cronisti ha risposto:” C’è stato un fraintendimento. Ora parliamo di Palermo e domani saremo lì”. Successivamente si è appreso che, il vertice di governo per la Manovra. si terrà domani, dopo che il Premier avrà esaurito di discutere il problema Libia con i libici, che saranno invitati all’unità della Nazione e ad assumere, decisioni proprie, nel loro stesso interesse. L’Italia, dal canto suo opererà per questa soluzione e per elezioni, quando il popolo libico sarà pronto, a darsi un governo unitario. Ma tornando ai fatti di casa nostra, appare evidente che le riforme previste dal governo giallo verde, vanno ponderate molto bene, prima di approvarle definitivamente. Il ministro Di Maio, fa propria la dichiarazione del collega dell’Economia Tria:” Rispettare quello che chiede l’Europa sarebbe un suicidio per l’aprirsi ad una recessione. Stiamo cercando di invertire la rotta – ha aggiunto Di Maio – con il favorire il rilancio economico e lavoro”. l’Ups ha lanciato una notizia che non va sottovalutata. Quanti optassero per quota 100, la platea potenziale è pari a 437.000 mila contribuenti attivi, se rinunciassero ad un solo anno la perdita sarebbe del 5% della pensione, mentre per 4 anni, la perdita salirebbe, fino al 30%. Inoltre se tutti cogliessero l’occasione di andare in pensione, cioè i 437 mila, la spesa necessaria salirebbe a 13 miliardi. Altri interventi, anche della Bce e della Corte dei Conti, che in audizioni, segnalano di procedere con molta attenzione in riforme costose così come, il no alla Commissione potrebbe creare contagi, in altri Stati, nel rapporto banche –  debito sovrano – Insomma da più parti gli esperti consigliano molta cautela. Il Premier Conte, alla luce dei tanti interrogativi, è decisamente per una spending reale, cioè per una decisa azione sul fronte della razionalizzazione della spesa, con tagli alle inefficienze e ai settori assolutamente improdutti vi, per Stato e cittadini. Il quadro che si va delineando vede il governo, che non vuole o non può rinunciare alla Manovra, per evitare una nuova rovinosa recessione, prevista senza tentennamenti del ministro dell’Economia Tria. Ma non può nemmeno rischiare il disastro, non razionalizzando la spesa. Ecco il motivo della prudenza, di chi conosce, le leggi dell’economia. Inoltre c’è anche un nuovo avvertimento: per la crescita dell’1,2 per l’anno in corso, occorrerebbe uno sviluppo del Pil dello 0,4% nel IV trimestre:  fino ad oggi non prevedibile.

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