Roma – Il M5S in crisi colpisce Di Maio. Non ha il senso dello Stato

Qui Movimento Cinque Stelle. Si sente l’aria di uno scontro per ora è felpato, ma che potrebbe esplodere, da un momento all’altro. Il capo politico del Movimento, Di Maio, ha perfettamente compreso che stare al governo con la Lega, non è il massimo, che lui voleva ma non c’è alternativa. Una crisi oggi sarebbe un suicidio in quanto, le riforme vere sono al palo, e non potranno essere date per fatte se non dopo l’appro vazione della Manovra. Ottenere l’ok dall’Unione Europea, sul documento economico – finanziario, si sta rivelando sempre più difficile se non rimodulando l’intera materia. Un lavoro di cesello che deve vedere, M5S e Lega, in perfetto accordo per evitare che salti tutto e si consegni – lo ha detto Di Maio – il Paese al centrodestra. I ripetuti colpi ai fianchi del capo politico, da parte di una nutrita pattuglia di parlamentari eletti dal Movimenti, come dal Presidente della Camera, Roberto fico, non fanno che il gioco di Salvini, pronto a saltare sul cavallo del centrodestra e guidarlo fino alla vittoria. Chi guarda verso il Pd per un cenno di un accordo, sbaglia i suoi calcoli vine ripetuto dai fedelissimi di Di Maio. Il partito di Martina è in piena crisi e non sa, come venirne fuori per le divisioni interne, solo in parte determinate, dal congresso già convocato. Ecco il motivo per cui Di Maio, cerca di giocare la sua partita, ma senza andare allo scontro con il ministro dell’oltre Pò che impiegherebbe, un istante, a mettersi alla testa delle truppe di Berlusconi e Meloni. Il M5S è legato, in questa situazione al carro della Lega, e Matteo Salvini lo sa perfettamente. Non è un caso che ha stretto, una personale alleanza con Di Maio, e si è schierato a sua difesa: finchè lui è il capo del M5S nessun rischio per governo e per riforme. Tutte e due i leader, del M5S e Lega, stanno facendo di tutto per far approvare la Manovra, avviare le riforme per poi restare al governo fino alle europee, se sarà possibile. Ma tutti due, prima di una eventuale rottura, hanno bisogno del via libera, sia pure in tempi dilatati delle riforme, a dimostrazione che il governo del cambiamento ha fatto quello che poteva. Una veri tà è dimostrata: nel M5S non esiste il senso dello Stato, dell’appartenenza e degli interessi del Paese: l’immagine dell’Italia, a livello internazionale, è fortemente sfocata e piena di interrogativi e il Premier in Argen tina ne sta subendo i contraccolpi non solo a livello di Unione Europea ma ben oltre il vecchio continente.

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