Nell’arco degli ultimi 10 anni, sono spariti dalle città 200 mila negozi e le famiglie, hanno tagliato le spese per 21,5 miliardi di euro, con un trend che continua, anche nei mesi del 2019. Una vera bufera determinata da più incertezze, anche politiche, che hanno fatto aumentare, la propensione degli italiani, al risparmio. Ad accusare i maggiori danni – precisa la Cgia – le piccole botteghe artigiane ed i negozi che accusano un meno 12,1% con circa 758.500 negozi in meno. Per non parlare dei piccoli, che hanno subito chiusure per 29.500 unità, cioè meno 3,8%. La minore spesa complessiva delle famiglie ha toccato, la cifra record dei 1.000 miliardi, così ripartiti nel Sud la spesa mensile è diminuita di 131 euro pari a 1.572 annui; Centro Italia meno 31 euro annui 372 e nel Nord sono 78 gli euro spesi in meno per un totale di 936 annui. Una crisi diffusa ed una propensione a risparmiare, il più possibile, per una situazione economica futura non rassicurante. A guidare questa classifica negativa è l’Umbria che spende – 443; Veneto – 378; Sardegna- 324. Nello stesso periodo, la grande distribuzione può vantare, un + 6,4% a differenza del dettaglio che perde il 14,5%. Dall’analisi della Cgia non si fa alcun rifermento alle vendite online, tramite Amazon o altre società dello stesso tipo, anche se da quello che si apprende dai trasportatori che consegnano i pacchi a domicilio, questo tipo di mercato è in nettissima espansione: dai capi di abbigliamento alle scarpe, dai giochi per bambini ai vocabolari e libri scolastici, con risparmi elevati fino ad oltre, per alcuni prodotti, pari 70%.