Roma – La crisi è grave. Ora veri statisti per uscirne bene e subito

Il Presidente della Repubblica, non ha rinunciato alle sue prerogative, previste dalla Costituzione. Ha chiamato a colloquio i rappresentanti politici della maggioranza, per trovare insieme una via d’uscita, ad un no motivato, a chi affidare il ministero delle Finanze. Ma quello che interessa è lo scenario che si sta palesando. Il Capo dello Stato constata l’indisponibilità delle forze politiche che avevano proposto il nome del Prof Savona è andato, subito oltre, ed ha chiamato il Prof Cottarelli per dare vita ad un governo tecnico. Questo è il punto. Di Maio e Salvini hanno chiesto elezioni su bito ma  il Presidente sta già lavorando ad un governo tecnico. C’è da domandarsi riuscirà ad avere, un Cottarelli di turno, la fiducia in Parlamento? Se M5S e Lega voteranno contro? Cosa accadrà dopo una possibile bocciatura del governo del Presidente? E’ solo un caso che Mattarella abbia chiamato, al Quirinale la Presidente del Senato oppure si prepara ad eventuali dimissionii? Potrà es sere trovato un accordo, politico – istituzionale, tra il Capo dello Stato e la maggioranza in Parlamento nel fissare nuove elezioni subito, ma comunque non prima di settembre? Cosa accadrà in que sti mesi di ” vacatio del potere politico” nella stanza dei bottoni?” Quale sarà il limite che Mattarella porrà al governo tecnico? E’ già in atto, da parte di emissari di Berlusconi, l’immediato recupero nella coalizione di Cd di Salvini, per puntare a vincere le elezioni. Di Maio, che ha fallito nel suo lavoro di mediazione: tra Conte, Salvini e Mattarella rimarrà il capo politico del M5S o sarà messo da parte? Nel Movimento già c’era aria di burrasca nei confronti di Di Maio, definito, dai suoi detrattori, incapace di fare vera politica. Questa crisi istituzionale quanto costerà agli italiani tra spre ad e v lutazioni delle agenzie di rating? Il rimbrotto di Mattarella a quella stampa tedesca, nei confronti degli italiani, sarà sufficiente a bloccare chi, con vecchi stereotipi, ci considera ” insolventi nell’ Ue e ” scrocconi”valutazioni false che sopravvivono per favorire interessi  non confessabili. Aveva ragione Berlusconi quando denunciò, durante il suo ultimo mandato da premier, l’opera deva stante, della potente finanza che operava contro il nostro Paese, per costringerci alla resa?

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