Roma – Le Ong rompono gli equilibri Conte, Salvini, Di Maio

Il malessere nel governo, al di là delle dichiarazioni o delle parole, è più che evidente. le due riforme bandiera del M5S e Lega, reddito di cittadinanza s superamento Fornero, hanno subito uno slittamento almeno di sette giorni. Al Cdm  di oggi solo provvedimenti in scadenza. La tensione nell’esecutivo e relativi apparati politici è più che evidente. Chi conosce bene il carattere, del ministro dell’Interno , Matteo Salvini, e chi lo segue da tempo tanto da definirlo, sin  dalla sua nomina a vice premier, ” il rozzo ministro dell’oltre Po”, non è stato così definito in termini dispregiativi, ma solo per far conoscere, chi è il leader della Lega, con il quale si può discutere di tutto, anche del sesso degli Angeli, ma diventa pericolosissimo se si toccano tasti, che riguardano i suoi progetti o le sue prerogative. Lo sanno, fin troppo bene, quanti lo affiancano nel partito e nell’azione di governo. L’operazione sui migranti da far giungere in Italia, dopo 19 giorni a bordo di due navi, sbattute dalle onde a poche miglia da Malta, ha commosso il mondo intero, Santo Padre compreso, unitamente ad altre chiese, Valdese in testa. Ma, la decisione del premier Conte, di concordare con l’Unione Europea, di farne giungere una parte in Italia, dopo che il ministro aveva precisato:” Da noi non arriva nessuno perchè è un ricatto delle Ong, scafisti, mafiosi e mercanti  di uomini”, è stata un’ imprudenza del Premier, a digiuno di politica e che non conosce l’importanza che ha, in qualsiasi situazione, la credibilità di un politico che fa quello che dice, dopo decenni dell’esatto contrario. La figuraccia inflittagli, sia pure per ragioni umanitarie più che evidenti, avrà ripercussioni politiche pesanti. Se Salvini, a torto o a ragione, secondo i sondaggi più accreditati, ha più che raddoppiato i voti presi nelle ultime politiche, non ha rinunciato ai rapporti con Berlusconi e la Meloni, non è l’uomo disposto a perdere la faccia. Il rozzo ministro dell’oltre Po, aspetterà, il momento giusto, per dimostrare che lui è sempre numero uno, che porta avanti il suo progetto con capacità politiche che non gli erano e non gli sono riconosciute. La conferma arriva dal ministro Di Mao, mai defilato come in questa fase, delicatissima. Crisi di governo? Sarebbe una follia ma il rapporto all’interno della coalizione, tra Salvini e il Premier, scorrerà sul filo del rasoio.

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