Roma – L’Ocse: “l’Italia davanti a sfide da brivido”

I dati pubblicati dall’Ocse sono la dimostrazione di come, il nostro Paese abbia imboccato la strada, della decadenza. La realtà è da brivido, non solo per il governo, ma per tutti gli italiani: il peggio è vicino. La sfida che si deve affrontare, nel mondo della scuola e non solo, è estremamente impegnativa. Nei prossimi dieci anni ci saranno, circa un milione di studenti in meno e più della metà degli attuali insegnanti, in pensione. Incredibile che nessuno ne parli e proponga soluzioni, ad una situazione destinata a diventare, se non affrontata in tempo ingovernabile, L’Ocse ha rilevato che abbiamo la quota più bassa di insegnanti tra i 25 e 34 anni. Sono in molti che non si propongono, di abbracciare la carriera di insegnante, una categoria fondamentale per la crescita culturale del Paese ma mal pagata.  Inoltre l’Italia registra, la quota più elevata di giovani che non lavora, non studia e non frequenta corsi di formazione professionale tra i Paesi Ocse. Ma non è tutto il 26% dei giovani, tra i 18 e i 24 anni è nullo, mentre la media de Paesi Ocse è attestata al 14%. Ed infine, per una informazione corretta, l’Italia è come la Colombia. I due Paesi sono gli unici, in ambito Ocse, con tassi superiori al 10% per giovani inattivi sopra il 10% e, disoccupati, tra i 18 e i 24 anni. Ed i legislatori, generalmente intesi, si dilettano in guerre che tendono a distruggere e non a costruire, cioè mancano ai loro doveri per l’ oggi e il domani. Sono problemi, solo in parte dovuti alla crisi delle nascite e a quella economica dovuta all’austerità. Mancano misure alternative che dovrebbero essere obbligatorie come lo è l’istruzione. Le scuole di formazione – lavoro diventano fondamentali, per recuperare giovani in grado di guadagnare per loro e garantirsi il futuro. Sono talmente importanti che non vanno affidate, a nessun’altro soggetto, se non allo Stato. Valutazioni che richiamano, a precise responsabilità anche le famiglie, che dovrebbero collaborare per educare i figli non alla paghetta settimanale ma ad impegnarsi, nello studio o in tante altre attività professionali che mancano. L’Italcantieri, pochi giorni fa, era alla ricerca di 4000 saldatori, che non riesce a reperire, nel mercato del lavoro. Se ci fosse stata collaborazione,  governo – imprese – sindacato e la disponibilità di giovani ad imparare il mestiere, avremmo occupati in più e personale qualificato. Cosa si deve pensare: invece di discutere, litigare e offendersi, chi ha le leve del potere in mano si desse da fare e non perdesse tempo in sterili ed inutili scontri. Questa non è l’arte della politica che diventa degna se è fatta di proposte, sia pure con un governo ombra, come accade i Paesi democratici.

Lascia una risposta