Roma – Mattarella solleciterà i politici. Al voto? Rischio per Pd e FI

Le fibrillazioni nel centrodestra sono terminate alla maniera di Berlusconi:” Salvini è il leader della coalizione e sarà lui ad indicare chi farà il premier ( la maggioranza?). Il cavaliere nel Molise per chiudere la campagna elettorale, ha soggiunto:” Non ho mai detto di aprire al Pd e non ho contatti con quel partito”. Nulla da aggiungere visto che c’è chi tratta per lui. Di Maio non si è spostato un millimetro dal suo ritornello:” Con la Lega e Salvini possiamo fare un buon governo con un contratto da attuare, preciso e controfirmato, senza problemi. Basta che capisca che deve avere coraggio nel lasciare la coalizione”. Il leader della Lega, dal suo canto, attende le elezioni in Molise e, una volta riconosciuto capo dell’intero centrodestra, non ha nessun interesse a lasciare FI e FdI che han no ottenuto il 20% dei voti, tanto da portarlo al 37%. Inoltre se in Molise il risultato è incerto, tra M5S e Cd, la prossima domenica si vota in Friuli dove il Cd, secondo previsioni affidabili, dovreb be vincere a mani basse. Dall’analisi, di questo …tipo di politica a Salvini, nonostante le “bizze” del cavaliere, conviene cavalcare la coalizione e non fare un  governo per diventare un” vassallo” del M5S che guarderebbe, il suo 17 dall’altro del 33%. Martina, anche oggi, ha confermato:” Attendiamo le indicazioni del Presidente della Repubblica. Il Paese ha necessità di un governo che va eletto subito”. Approfondendo le varie dichiarazioni dei leader, e conoscendo, in parte, cosa accade dietro le quinte, si può fare anche un’altra analisi. L’orientamento  scaturito dai sondaggi attuali del l’elettorato le forze politiche che potrebbero pagare un prezzo elevatissimo in caso di nuove elezioni, finendo sotto il 10% dei voti, sono due: Pd e FI, due partiti che non sarebbero più influenti ma solo partitini da rimorchiare. Ma il Capo dello Stato, con la vigente legge elettorale, non manderebbe mai gli italiani ad elezioni. Se non riuscirà con gli esploratori  e con la sua tenacia ben nota  punterà ad un governo, di sua ispirazione,  con due precisi compiti: approvare il Def per evitare l’esercizio provvisorio e  nuova elettorale che garantisca chi vince e chi perde subito dopo lo scruti nio. C’è da chiedersi, proprio per l’analisi appena scritta, se conviene, al Pd e FI, andare al voto oppure offrire anche appoggi esterni per riorganizzarsi e riprendere fiato per non finire nel dimenti catoio.

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