Roma – Nuova maggioranza giallo – rosso? Renzi e Di Maio ci lavorano

Matteo Renzi e Dario Franceschini,  stanno lavorando sodo per riuscire a formare, una maggioranza con Leu e indipendenti, per formare un  nuovo governo che vada a sostituire quello in carica giallo – verde. Il Pd a guida Zingaretti è molto tiepido, davanti a questa soluzione che, se andasse in porto, allontanerebbe di molto le elezioni. Una crisi politica che troverebbe la soluzione all’interno dell’attuale Parlamento, senza fare ricorso a nuove elezioni  così non verrebbe così decimato, il gruppone parlamentare che risponde a Renzi, più che al Pd. Durante le ultime ore Renzi e Franceschini hanno lavorato molto per riuscire a convincere, gli indipendenti e chi mastica amaro, nel M5S, alleato con la Lega. Nulla di strano se la crisi si risolvesse nell’attuale legislatura con un governo diverso. Anche dopo le elezioni, del 4 marzo 2018 venne fuori, in zona cesarini,  la coalizione M5S – Lega cioè, un governo formato da forze politiche, che non avevano nulla in comune. C’è anche uno sponsor d’eccezione: il Presidente della Camera Fico che, non ha mai fatto misteri, di non condividere l’accoppiata Di Maio – Salvini. Problema risolto? Nemmeno per idea, è un tentativo complicatissimo che vede,  il M5S già in difficoltà e con strategie, varate o annunciate, che non possono essere condivise da Renzi e Franceshini così come dai Leu. Questa ipotetica, ma possibile, nuova maggioranza, sta facendo tremare i polsi, al leader della Lega, Salvini, che con le elezioni anticipate sarebbe diventato al 90% Premier, con una complicata maggioranza di centrodestra che, già dal primo incontro, ha visto Berlusconi opporsi fieramente a sciogliere la ” sua” Forza Italia, per entrare in un listone a trazione Lega. In questa situazione è impossibile prevedere, qualora nascesse il governo – giallo rosso, che  fine farebbero le riforme: dal taglio dei parlamentari, alla riduzione degli stipendi a deputati e senatori, per non parlare di Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. L’abbiamo già scritto: la politica, si è incartata da sola, ma non c’è nulla che confligge con la Costituzione. Il Presidente vorrà le solite garanzie, per un governo stabile che è e rimane nell’Unione Europea e quindi nell’euro. Se non otterrà impegni precisi, sui punti qualificanti della politica italiana in Europa, nulla vieta al Capo dello Stato di nominare, un governo tecnico che assicuri, non solo i punti già elencati ma anche l’approvazione del Bilancio dello Stato entro il 31 dicembre 2019. Domani è un altro giorno e per molti politici non sarà Ferragosto ma una giornata di intenso lavoro.

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