Roma – Rebus post 4 marzo: tutti i sondaggi:” Non ci sarà maggioranza”

Tanti i sondaggi pubblicati dai giornali e televisioni, a parte le differenze per i risultati, di coalizioni o singole forze, l’unica realtà che vede tutti i sondaggisti d’accordo è che, il 5 marzo, nessuno sarà in grado di vara re autonomamente un governo. Cioè il 40% dei consensi è una chimera per tutti. Cosa accadrà dopo lo scrutinio? A 16 giorni dall’appuntamento elettorale, ognuno rema per ottenere il maggiore numero di consensi e niente grande coalizione.  Ma dopo il voto la parola spetta al Presidente Mattarella che avrà, l’arduo compito, di cercare quali forze, sono disponibili a garantire u governo al Paese e, solo dopo vari tentativi, chiede re, all’attuale premier Gentiloni, di rimanere in carica fino a nuove elezioni. Il Paese, in questa condizione, pagherebbe un prezzo altissimo sul piano della credibilità, investimenti ed occupazione. La strada demo cratica  prevede anche la possibilità, che più forze tra loro diverse,  varino un governo di larghe intese  garantendo, agli italiani, la governabilità. Quello che ogni leader dice oggi non ha nessuna validità. Se dicessero siamo disponibili ad allearci perderebbero voti a cascata. Solo Grasso, leader di LeU ha dichiarato, che fatte tutte le considerazioni, la sua compagine sarebbe disposta a fare un governo con il M5S. Ma si tratta di un magistrato prestato alla politica! I sondaggi, a seconda dei metodi, danno risultati diversi, tanto che non vale la pena di pubblicarli.  La massa degli indecisi, se andare o meno a votare, sfiora il 40% ed anche perchè per esperienza  sappiamo che, negli ultimi giorni, cambiano molte previsioni. Un fatto è certo, forze politiche e coalizioni, dovrebbero fare l’impossibile per garantire un governo al Paese. E poi esiste il problema di chi è stato eletto: c’è chi pensa veramente che sia un solo parlamentare disposto a lasciare la poltrona  per affrontare, subito, una nuova campagna elettorale? Un senatore. ad una precisa domanda, rispose:” Mi fac ciano almeno recuperare il denaro che ho speso per la campagna elettorale. E poi, se mi dimettessi, non avrei la possibilità di ripresentarmi per mancanza di soldi.No facciano l’accordo, comunque e con chiunque”. Era un eletto nella ” prima Repubblica” ma cosa è cambiato dai quei giorni? .

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