Roma – Regionali? L’accordo lo faranno Berlusconi, Salvini e Meloni

Qui centrodestra. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non è andato al vertice con gli alleati FI, FdI e cespugli, molto probabilmente per due motivi:  conosce i malumori nel M5S, non solo sul contratto ma anche per la Lega cresciuta enormemente, in soli 5 mesi di governo, a danno del Movimento. Salvini sa anche che, i diversi posizionamenti nei 5S, hanno precisi collegamenti, con chi muove i fili dei big del M5S, pur restando dietro le quinte. Una mossa sbagliata, del leader della Lega e del centrodestra, potrebbe mandare in frantumi una coalizione che non conosce le regole di uno Stato. La rottura ” diplomatica” del Presidente della Camera Roberto Fico, con il Parlamento egiziano, è solo un esempio. Se poi si aggiunge che anche, il vice premier Di Maio, per non farsi mettere da parte, ha preso posizione anti – egiziane, muoversi ora è davvero molto pericoloso. Per i  due big del Movimento gli importanti affari economici, tra Italia ed Egitto, non sono da prendere in considerazione: salti tutto pur di dimostrare che si muovono più del governo per non perdere altro terreno elettorale. Il rozzo ministro dell’oltre Pò, può anche non piacere e far scendere in piazza gli antagonisti: il suo problema non è questo. Lui deve continuare a collaborare, con quella parte del Movimento che segue di Maio, per portare a termine le riforme. La spina da staccare? Forse non prima delle regionali e delle europee. Berlusconi, non a caso, dopo la telefonata con il leader del Carroccio ha perfettamente compreso che, l’assenza al summit del centrodestra a Milano, non era uno sbaglio. Tanto per dirla tutta quello che dicono, La Russa o la Meloni, è per far sapere che esistono. Salvini l’incontro lo farà molto probabilmente solo con Berlusconi e forse con la Meloni per decidere le candidature, a governatore, per le regionali. L’accordo per un centrodestra unito ci sarà al 99% ma, senza mettere spalle al muro il ministro Di Maio che di problemi, nel M5S e a casa sua, ne ha già troppi. Ed infatti, tutto rimandato, forse a domani o alla prossima domenica, con tutte le cautele: nel M5S c’è chi vuole subito lo scalpo del ministro al Lavoro e allo Sviluppo e non sarà Salvini a consegnare Di Maio, a chi lo vuole scuoiare.

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