Roma – Salvini firma lo stop al Sea Watch 3. Obbligato a farlo

Il ministro Salvini ha firmato il divieto di accesso, transito e sosta della nave Sea Watch 3 in acque italiane. Una decisione che ora sarà firmata anche, come vuole il Dl Sicurezza bis, dal ministro ai Trasporti e Difesa. Il vicepremier prosegue, nella sua politica dei porti chiusi ed accusa le Ong, di essere complici degli scafisti ” sicuramente per ragioni politiche se non di altro….” La nave “ciondo la” a 16 miglia da Lampedusa, con a bordo 52 migranti, tra cui anche bambini. Il quadro è quello solito: Le Ong forzano la situazione, per sbarcare i migranti che vanno a prendere in acque libiche non per riportarli, da dove sono fuggiti per vessazioni inenarrabili, ma per portarli in Europa all’approdo più vicino Malta o Italia. Il vicepremier Salvini, dal canto, suo mantiene un atteggiamento molto fermo, in vista della stagione buona, gli scafisti farebbero sbarcare in Italia, nuovamente decine di migliaia di migranti. Lo stop del governo italiano deriva, va detto, da un’Europa assente da questo enorme problema che, non può risolvere, solo con appoggi economici. Ed anche l’ONU è assente dal momento che dichiara, i porti libici non sicuri, ma non  trova una soluzione compatibile ed accettabile dalla comunità internazionale, Italia compresa. I racconti dei migranti, del trattamento avuto in prigionia su territorio Libico, sono raccapriccianti ma proprio per questa ragione il problema umanitario non può che essere risolto dalla comunità mondiale, visto il numero crescente di popolazioni che: per vessazioni dei loro governi, cambiamenti climatici,  estrema povertà cerca di emigrare verso l’Europa, unica meta, si fa per dire, possibile, nel loro immaginario. Appare evidente che l’Italia non può andare oltre in una ” accoglienza” che non è tale e con una serie di pericoli legati, al terrorismo ed anche alla stabilità della società nazionale. All’appuntamento storico, con questa terribile realtà, manca la comunità mondiale che, se si muovesse tutta insieme e in unica direzione, potrebbe creare una vera accoglienza in territorio vastissimi coltivabili e ottimi per allevare bestiame.

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