Roma – Tutti i big per inviare le elezioni. Salvini sulle barricate

I giochi politici per rinviare il voto sono apertissimi. Contrario nel modo più assoluto, il segretario del Pd Zingaretti che, secondo Renzi, tornato a fare politica attiva, vuole con questa occasione far fuori il gruppone, dei parlamentari che fanno capo all’ex Premier,  ottenere un risultato elettorale migliore del precedente, per poi cercare alleati e quindi andare al governo. Per Renzi invece è folle andare al voto entro breve tempo: bisogna evitare l’aumento dell’Iva, Salvini e Conte sfiduciati, devono lasciare Viminale e Palazzo Chigi, leader rispettivamente come candidati premier, della Le ga e M5S, approvare la diminuzione dei Parlamentari, cosa saggia, giunta all’ultima votazione alla Camera e quindi, attendere il voto referendario, connesso. Insomma, per Renzi, elezioni il più tardi possibile. Lo scioglimento delle Camere spetta al Capo dello Stato, così come la nomina di un premier di sicuro prestigio internazionale, con un governo, se possibile di unità nazionale, oggi più che mai necessario per rilanciare l’economia, proteggere i risparmi e riscrivere nuove regole. Per FI, FdI andare subito ad elezioni, ma solo dopo che Salvini avrà fatto il suo ritorno nel centrodestra. Ma il ministro per gli Interni,  vuole avere le mani libere: prima elezioni e poi coalizioni se sarà necessario ma mai ritorno al passato. La battaglia politica si sta, spostando pian piano, della difesa della democrazia che, non sarebbe garantita… dai sovranisti, cioè dalla Lega. In campo anche Beppe Grillo che, non si sentiva da tempo, scatenato per rinviare le elezioni a data da destinarsi, per non lasciare il potere alla Lega data vincente a mani basse. Ma se fossero vere le paure che nutre Grillo, così come gli altri leader politici e Unione Europea compresa, Proprio Grillo e Casaleggio dovrebbero fare il mea culpa, dal momento che, chi ha portato la Lega al limite, secondo più sondaggi, del 38% lo si deve alla debolezza politico – amministrativa del M5S e a teorie filosofiche – politiche molto discutibili. Il Movimento, per rendere operative le idee, esternate da Beppe Grillo, avrebbe dovuto ottenere la maggioranza assoluta ma le elezioni, del marzo 2018, sono andate diversamente, così come quelle europee del 2019, per non parlare delle amministrative. Forse la dichiarazione di Zingaretti, al giornale Huffington Post, è molto cauta ed anche  reale:” Vedremo – ha detto il segretario Pd – cosa accadrà nei prossimi giorni”.

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