Roma – Un rebus per Mattarella: la crisi di governo

La crisi del governo Conte si sta trasformando, man mano che passano le ore, in un rebus che sembra costringere il Capo dello Stato verso un governo, tecnico o del Presidente. i nomi dei due candidati Premier vanno da,  Cottarelli o Flick, cioè due economisti che dovrebbero compiere, i miracoli che i politici per ragioni elettorali, non possono fare. Fino a questa sera ci sarebbe più di un flirt, tra i M5S  e il Pd, con la benedizione di Davide Casaleggio, arcistufo del comportamento del leader della Lega, Salvini. Ma il capo politico, sia pure ridimensionato, Di Maio è disposto ad incon trare Zingaretti ma non Di Maio. L’ex Premier, per i 5S è aut, considerato quasi un appestato. Ma il segretario dei democratici, anche se incontra Di Maio, Fico e perchè no, Dibba, senza il gruppone dei parlamentari, fatti eleggere da Renzi, non rappresenterebbe una forza, ma l’estrema debolezza del Pd, vicino ad una possibile ennesima scissione. Il rebus diventa ancora più complicato in quanto, ammesso e non concesso che con Renzi tratti Fico, Dibba, Grillo o chi altro, l’ex Premier non accetterebbe, alcuna mortificazione, a questo livello. Allora come si risolve questa crisi feragostana che ha messo a nudo un’altra realtà, peraltro arcinota: i parlamentari del M5S, renziani (Pd?), Lega e FI, per la gran parte, sono contro lo scioglimento delle Camere in quanto tornerebbero ad essere disoccupati. Per fare il punto: riallacciare i rapporti tra M5S – Lega appare un’operazione da compiere con uno spiritismo; formare una coalizione M5S – Pd senza i renziani è un’operazione morta in partenza, trovare  voti necessari ad un governo ” stabile” nel gruppo misto o chi milita, in  formazioni politiche,  ma non vuole andare a casa dopo soli 18 mesi non offre, alcuna garanzia, al Presidente della Repubblica.  Sembra ci sia una sola soluzione, se non vengono superati i veti, il governo tecnico o del Presidente e rinviare le elezioni a data da destinarsi nel 2020.  In una situazione così complessa l’Italia, e l’Europa, sempre più verso una recessione che si palesa, come frutto avvelenato per il mondo intero, “grazie” la guerra dei dazi, scatenata da Trump, tra Stati Uniti e Cina. In un momento così complesso, per tutte le economie sarebbe stata necessaria, una Commissione UE molto forte, con la BCE pronta ad un’altro intervento d’urgenza e, ogni Stato dell’Unione con i conti a posto e riserve monetarie, capaci di difendere gli interessi dei risparmiatori. Ed invece ….

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