Roma – Zanon Giudice, della Corte Costituzionale, si è dimesso. L’accusa: peculato d’uso

Non si salva più nessuno anche se ricopre cariche elevatissime. Il giudice della Corte Costituzionale , Nicolò Zanon, ha rimesso le sue dimissioni nelle mani del Presidente Lattanzi, in quanto c’è un’inchiesta a suo carico della Procura di Roma per peculato ‘d’uso. Un’accusa pesante per un magistrato dell’alta Corte. Cosa h portato la Procura ad agire a colpire così in alto. Zanon avrebbe messo a disposizione della moglie, Mari lisa D’Amico, ex consigliera del Consiglio comunale di Milano, l’auto di servizio nei periodi in cui il magistrato era assente. Non è reato di poco conto se si considera l’alta carica ricoperta dal giudice dimissionario.  Zanon era stato nominato nel 2014 e, negli ambienti della Corte, si è dichiarato sereno sull’inchiesta aperta a suo carico. Ma il magistrato ha ritenuto giusto dimettersi subito, per evitare ogni speculazione in un mo mento in cui il Paese  sta attraversando un periodo delicatissimo. E’ molto probabile che la Corte si riunirà domani mattina, 13 aprile, con procedura d’urgenza per valutare le dimissioni presentate. Un esempio che deve essere accolto come una difesa delle istituzioni. Nessuno, dalle altissime cariche fino a quelle meno impegnative, può arrogarsi il diritto i poter violare la legge. Va da se che se la Procura di Roma ha formulato l’accusa ed aperto l’inchiesta è in possesso di prove inoppugnabili così come, la Corte Costituzionale, non potrà che accogliere le dimissioni, sia pure con profondo dispiacere, per il valore non solo culturale, che il giudice aveva dimostrato, in oltre tre anni di lavoro.

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