Strasburgo – Orban:” Difendo la mia Patria: no all’immigrazione”

Decisa e appassionata difesa del premier ungherese Orban. Oggi è intervenuto a Strasburgo, alla Plenaria del Parlamento europeo, dopo aver appreso che domani si voteranno le sanzioni contro Budapest. Orban, temperamento molto deciso e, dall’eloquio penetrante, ha dichiarato:” Sono qui per difendere la mia Patria, voi non condannate un governo ma l’Ungheria, cioè una nazione che da 1000 anni è parte integrante del la famiglia europea. E’ bene che sappiate che non accetteremo il diktat delle forze pro – immigrazione o possibili ricatti. Difenderemo le nostre frontiere e fermeremo l’immigrazione clandestina”. Un discorso che è stato subito contestato, dai leader dei Paesi che sostengono, un’Unione europea,  disponibile nei confronti di quanti  fuggono da guerre, fame, soprusi e violenze di ogni genere. Il premier ungherese ha fatto risuona re, nell’incontro di oggi, l’appello all’Unione europea, della cancelliera tedesca, Angela Markel che, in più occasioni, aveva sostenuto:” Se non risolviamo il problema dei migranti l’Ue rischia di implodere”. Possiamo dire oggi che aveva ragione. Non soltanto l’Ungheria, ma una folta serie di Stati, una accettano di ospitare un’immigrazione incontrollata di cui non si conosce nulla: chi sono, da dove vengono e cosa fuggono. L’U nione europea prevedibilmente metterà delle sanzioni, ai Paesi che hanno chiuso le frontiere ad un’accoglienza in molti casi, necessaria. Ma se ad Orban si aggiungeranno altri  premier contro l’immigrazione, l’Ue potrebbe perdere i “contatti” con almeno cinque o sei Paesi, in aumento, giorno dopo  giorno. Occorre riflettere bene cosa fare e comunque l’Ue doveva affrontare il problema, unitariamente, da almeno tre anni. Ed invece non è avvenuto nulla e non sarà, la polizia europea, a bloccare il malumore verso una Commissione, che fa decidere i tecnocrati e non il primato della politica. Alle prossime europee, maggio 2019, ci saranno com’è già da oggi prevedibile, delle grosse novità: populisti e sovranisti approderanno in Parlamento a Bruxelles per provocare o la riforma o la paralisi dell’Ue con conseguenze imprevedibili. Si tratta di forze, come è accaduto in Italia, che non sono in contatto nè con i popolari e nè con i socialdemocratici, quindi incondizionabili.

 

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