Taranto – Conte tra operai e cittadini:” Ascolto tutti. Non ho la soluzione in tasca”

Il Premier Conte, si è recato allo stabilimento ex Ilva per parlare, con le maestranze e con gli abitanti di Taranto, che non vedono l’ora di vedere dormire il ” gigante”, così non possa sbuffare più. Non appena è stato visto, lo hanno circondato, operai e cittadini. Il Presidente del Consiglio, alla riconquista di una caduta nel suo gradimento, non ha mancato un appuntamento inconsueto, per chi presiede un esecutivo nazionale. Conte ha subito detto che non ha una soluzione in tasca, ma vuole dialogare e ascolterà, tutte le varie tesi, che saranno esposte. Non ha mancato di affermare che la Mittal non può fuggire, ma deve provvedere a quanto previsto dal contratto, compreso il risanamento ambientale. Conte ha anche precisato che, non è intenzione del governo concedere tregue e che,  5 mila lavoratori in esubero, è un dato inaccettabile. Ha ascoltato i lavoratori, non i sindacalisti che aveva già ricevuto a Palazzo Chigi, ed ha sentito i vari pareri, come accade in questi bagni di folla, tra loro non coincidenti. Conte è stato accolto con un lungo applauso: alle maestranze ed a tarantini è piaciuto che, il Premier, è giunto sul posto per ascoltarli. Durante le tante botta e risposta, di più non si poteva ottenere, si è appreso che per l’alto forno numero due, sequestrato dalla magistratura per la morte di un operaio, occorrerà una proroga, alla data fissata e per completamento e nuovo collaudo, rispetto, a quello fissato, per la seconda decade di dicembre. Da queste notizie appare evidente che il governo non ha, alcuna volontà di chiudere l’Ilva, l’acciaieria più grande d’Europa che con le altre realtà, disseminate in tutta Italia, fornisce un ottimo prodotto a prezzi competitivi, rispetto a quello offerto, dagli stabilimenti europei. E mentre Conte era immerso  tra operai e cittadini, di pareri diversi, nel M5S cioè la maggioranza nella coalizione di governo, non pochi storcevano il naso. L’Ilva va chiusa, erano in molti ad affermarlo, ed anche a Roma  si sosteneva che il Premier poteva fare a meno, di andare di persona a Taranto dove, in definitiva ha sostenuto che la Mittal deve rispettare gli impegni, anche se non si è chiuso alla domanda se, per garantire un ambiente migliore, il governo avrebbe investito anche di suo. Una situazione complicata in quanto la città è spaccata in due sull’Ilva e sulla prosecuzione della produzione. Inoltre il Premier,  poi in Prefettura per fare il punto della situazione, sa benissimo che, una parte dei parlamentari del M5S, non voterebbero il decreto per garantire, chiunque assuma il controllo dello stabilimento, dall’azione penale del Tribunale di Taranto. Ma c’è di più, qualora questo ” no” nella maggioranza si concretasse, i voti  giungerebbero dall’attuale opposizione: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Quindi il Premier, otterrebbe i voti da un’altra maggioranza che mischierebbe, in un unico calderone: parte del M5S, Leu, Pd, Lega, FdI e FI. Hai visto mai? No! Ma passerebbe il decreto che metterebbe al sicuro e toglierebbe una ragione legale ad Arcelor Mittal,  il commissario o, in ultimissima analisi,  lo stesso rappresentante dello Stato. A questo proposito il Presidente Mattarella, ormai padre putativo di Conte, è stato chiaro:” Pensate all’Ilva”! E on poteva essere diversamente 20mila lavoratori senza prospettive non è solo una bomba sociale ma molto, molto di più.

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