Vaticano – Francesco difende i rom ma omette…lo ” stile” di vita

Papa Francesco, con tutte le dovute attenzioni, ha ricevuto i rom, nella Sala d’Onore del Vaticano. Il Santo Padre non poteva fare diversamente per rilanciare, ancora una volta, l’insegnamento del Vangelo. Nessuna critica ci mancherebbe, particolarmente da chi, sia pure con una piccola fede, cerca di seguire Gesù, in questa difficile vita, per tentare di guadagnare quella vera ed eterna. Il Papa non ha utilizzato, il Plurale Maiestatis, ma ha usato parole che uscivano al suo cuore di uomo, che soffre per ogni tipo di discriminazione. Per questa ragione è possibile a chiunque di dissentire purchè  fatto, in verità, e senza nessun inganno. Certamente il popolo rom, ha diritto ad una casa ma, va riconosciuto che,  lo stesso diritto, lo hanno le famiglie italiane che vivono in tuguri o sotto le stelle. Va anche detto, che questi connazionali discriminati, non sono stati ricevuti in Vaticano nella Sala d’Onore. Papa Francesco, oltre che dire che il suo cuore soffre per i rom  avrebbe dovuto rammentare agli ospiti che: non si deve spacciare droga, non prestare soldi ad usura, non usare minacce, contro gli insolventi, fino ad ottenere il sequestro dei loro beni, che bisogna lavorare per dare il pane ai figli e che, i bambini, devono andare a scuola. Il Santo Padre avrebbe potuto cogliere questa occasione, per riaffermare giustamente quello che ha detto ma poteva aggiungere, il modello di vita cristiano che non contempla, nessuna prepotenza ed il rispetto delle leggi umane e dettate dal  Signore. E’ certamente difficile, essere sulla Cattedra di Pietro in questo turbolento terzo millennio. E non soltanto per i problemi che affliggono Italia ma, anche per quelli, del mondo intero, soprattutto del Continente europeo che  ha rinnegato le sue radici ebraico – cristiane. Così come, la posizione del Pontefice sull’immigrazione e sull’accoglienza è perfettamente in linea con il Vangelo. Ma Francesco avrebbe dovuto raccomandare corridoi umanitari, per favorire quanti fuggono dalle guerre o sono perseguitati. Affermare di accogliere tutti, senza distinzione, ha messo in crisi, lo sappiamo bene, anche i parroci. I sacerdoti, non sono leghisti, come viene a affermato in molte occasioni ma, prima di aprire le case canoniche o altre opportunità, si chiedono chi sono e se hanno diritto di stare in Europa. Domande lecite che non si pongono soltanto, tantissimi sacerdoti, ma la stragrande maggioranza dei popoli europei. Papa Francesco, è sempre in sintonia con il cuore dei cristiani ma, per ottenere adesioni o adempimenti, bisognerebbe dare anche certezze di non avere in casa: spacciatori, organizzatori di prostituzione, delinquenti fuggiti dalle loro galere dei loro Paesi o terroristi, ma liberi   di circolare in Italia come in Europa. La mia non è può essere una critica, non me la perdonerei mai, ma è quello di riferire, fedelmene quanto viene affermato, da gran parte del clero e da i fedeli, in generale. Tutti sono molto attenti a quello che viene indicato dal Francesco, amato e stimato. Forse un “insegnamento” a 360 gradi, con tutte le necessarie indicazioni e relative cautele, credo di poter affermare, sarebbe molto più gradito e seguito.

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