Impossibile dimenticare: il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli di Auschwitz! Il lager dove, gli adepti di Satana, avevano trasferito i gironi infernali sulla Terra. Solo gente molto forte, non solo di cultura ma anche di stomaco, hanno potuto leggere quello che i tedeschi di Hitler, i suoi chimici, generali e militari, posseduti dal demonio, misero in vera pratica come si può pianificare, una legge razziale, che aveva come fine ultimo: l’eliminazione degli ebrei e la salvaguardia della razza ariana, unica destinata a dominare il mondo. Come è possibile dimenticare le sofferenze inferte a vecchie, donne, uomini e bambini caricati come bestiame da destinare al macello, non subito, ma dopo immani sofferenze. E’ impossibile dimenticare l’infame legge razziale, purtroppo firmata anche dai governanti italiani, che saldava, con una legge, il patto di Hitler con il demonio. Milioni di esseri umani sparirono nei lager, per fame, freddo e stenti e forni crematori. E’ accaduto tutto, come se fosse normale, tanto era la mancanza di libertà e di pensiero. Nessuno nei terribili lager, dominati da uomini che avevano venduto l’anima al maligno, ebbe pietà o arrivò a suicidarsi, per evitare partecipare a provocare tanta sofferenza a gente inerme che aveva perso persino nome e cogno me, marcati come erano, con una semplice numerazione. Ancora oggi, nello scrivere e nel dialogare dei lager tedeschi, si sente lo sdegno verso quel popolo, quegli uomini che obbedirono, a Satana i persona, mai prima rappresentato , con i baffetti e gli occhi stralunati. In quegli anni, dobbiamo ammetterlo, popoli interi furono responsabili, del maggiore crimine, mai commesso da uomini in divisa. Un solo esempio sia suffi ciente, nel mio lavoro ebbi occasione di conoscere il dott. Pierannunzi, non cito il nome perchè, ignorano tutto. In una conversazione mi disse che lui aveva fatto parte dei laboratori chimici di Hitler, dove si faceva no esperimenti sugli ebrei. Mi rifiutai di sapere di cosa si trattase ma, capii bene con chi stavo parlando. Lo fermai e gli chiesi soltanto se lui era stato costretto e perchè non si era ribellato. La risposta la lascio im maginare a chi legge queste righe. Il disgusto fu tale che non lo vidi più e seppi da sua moglie che era morto.